IL PROGETTO FRATERNITÀ

VENERDÌ 12 NOVEMBRE alle ore 18:00 presso la Galleria d’Arte Medina, via Angelo Poliziano 32-34, Roma

sarà inaugurata la mostra FRATERNITÀ di 30 talentuosi artisti del “Salotto di Diotima”

il progetto si inserisce nel più ampio contributo degli artisti al Patto Educativo Globale voluto dal Papa

 

 

In questo tempo di crisi, segnato dalla pandemia, da guerre, migrazioni, cambiamenti climatici e difficoltà economiche, riconoscerci fratelli è di vitale importanza! La fraternità nasce dalla consapevolezza del valore inestimabile d’ogni essere umano, della sua dignità e fragilità, della sua sacralità. L’autentica fraternità promuove ogni uomo e tutto l’uomo.

Veniamo da una stagione affascinata dal mito relativista nella quale si è fatta passare l’idea che per essere liberi si debba necessariamente sciogliere ogni legame, obbligazione o appartenenza. Il pensiero dominante di questa società progressista e laicizzata è stato caratterizzato dalla volontà di superare ogni dogma e certezza morale, in favore dell’autoaffermazione della piena libertà individuale, verso un sincretismo incolore che relativizza ogni credo. Le premesse di un tale modello si sono svelate ovviamente false e questo non può essere che un bene, ma oggi rischiamo di cadere in estremismi di segno opposto che portano all’integralismo identitario e sfociano facilmente in chiusura e fondamentalismo. Diffidiamo da chi, con la scusa di una presunta difesa degli interessi nazionali, alimenta nuovi egoismi sfaldando il senso sociale.

 

Dobbiamo evitare la dinamica degli estremismi e delle polarizzazioni che armano la disperazione portandoci alla logica dello scontro di civiltà; la nostra epoca necessita più che mai di dialogo e di sintesi, saremo capaci armonizzare le contraddizioni? Come diceva Dante Alighieri: “il contrario di un errore non è la verità ma l’errore di segno opposto “, la verità è dunque il sentiero stretto tra due errori di segno contrario.  Abbiamo bisogno di una nuova proposta culturale che sappia superare la paurosa contrapposizione tra l’universalismo senza identità e il localismo identitario; ciò a cui aspiriamo è l’unità non l’uniformità.

La storia insegna, quando manca il dialogo e la fraternità assistiamo a logiche di disgregazione, scarto e dominio, che indeboliscono o strumentalizzano i sentimenti di appartenenza. “Il mondo non è mai stato più minacciato o più diviso, siamo sull’orlo di un abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata”, ha affermato un mese fa il segretario generale dell’ONU, Guterres.

 

Speravamo che il mondo post pandemia sarebbe stato meno bellicoso e invece le cose vanno di male in peggio. Le spese militari mondiali hanno raggiunto un nuovo picco, mai toccato dalla fine della Guerra Fredda; denaro sottratto a capitoli di spesa impellenti!

La pandemia doveva liberare le nostre energie creative, invece rischiamo di essere più poveri e più cattivi; Una cosa è certa, al di fuori della fraternità non può esserci altro che la distruzione della dimensione sociale della convivenza umana. Cercare e promuovere la fraternità è dunque uno dei compiti attuali più urgenti e pressanti che deve coinvolgere necessariamente tutti gli attori della politica, dell’’economia, della cultura e delle religioni. Dobbiamo essere parte attiva nel sostegno delle società ferite, siamo corresponsabili della sorte di ognuno dei nostri fratelli.  Ora che la pandemia chiede un prezzo alto in termini di lutti, di restrizioni e di ricadute economiche e sociali, risulta ancora più facile solleticare con parole studiate il risentimento della protesta anti-sistema e del vittimismo di tanti.

 

Qui entrano in campo gli artisti, dopotutto la parola latina per arte è “ars” – la radice “ar” può essere tradotta con i termini “congiunzione”, unione; gli artisti sono i maestri dell’armonia, l’armonia è la scienza dell’equilibrio tra gli opposti, la bellezza si sa, non è assenza, bensì, equilibrio di contrasti. L’arte può aiutarci a scoprire l’umanità che ci accomuna superando le categorie e le etichette attraverso le quali giudichiamo e ghettizziamo con troppa facilità.

Papa Francesco ci ha proposto a modello la figura di Orfeo; Orfeo, per fuggire al canto ammaliatore delle sirene, intonò una melodia più bella; contro le urla dirette allo stomaco ci servono melodie che parlano al cuore…Orfeo suonò la sua lira, con tanta arte e veemenza che persino le sirene si fermarono ad ascoltarlo. In fin dei conti non si può educare senza indurre il cuore alla bellezza.

Siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore, la logica dell’amore è l’unica capace di salvare il mondo. Come artisti siamo chiamati a dare acqua all’umanità, a far battere il cuore del mondo! Tutto ciò che è umano ci riguarda! La fraternità è il compimento dell’umanità stessa, la vera rivoluzione è quella che prende su di sé il dolore dell’altro, del diverso…nessuno si salva da solo! Del resto, la felicità, come la bellezza, dipende dalle relazioni, dai nostri legami con il creato e con il prossimo, con noi stessi e con il Creatore.

 

Come tradurre artisticamente e poeticamente queste riflessioni sociali e spirituali? Questa è stata la sfida con la quale ho voluto lanciare il PROGETTO FRATERNITÀ, per fare della mostra un’occasione preziosa di dialogo ed incontro, mai come oggi è il tempo dell’ascolto e del confronto.

“Convocate il pensiero” diceva Paolo VI, “Convocate le menti” sollecitava Dossetti, “Convocate gli artisti” aggiungo io, solo con loro potremo riaprire un dibattito alto, di idee e visioni!

Saranno stati capaci i 30 talentuosi artisti del Salotto di Diotima di intercettare la domanda di senso che abita il cuore degli uomini? Questo lo lasceremo giudicare a voi! Non mancate perciò all’inaugurazione della mostra FRATERNITÀ, venerdì 12 novembre alle ore 18:00 presso la galleria d’arte Medina, via Angelo Poliziano 32-34.

 

Il curatore della mostra, Francesco Astiaso Garcia