ORONERO

 

“Partendo dallo stilema dell’icona bizantina ho voluto reinterpretare

quel mondo di santi ieratici alla luce dei risvolti tragici che spesso

accompagnano la cronaca degli sbarchi nel mediterraneo”

 

 

Le opere “Oronero” e “Bisanzio” appartengo ad una serie di dipinti ispirati al tema dei migranti; partendo dallo stilema dell’icona bizantina ho voluto reinterpretare quel mondo di santi ieratici alla luce dei risvolti tragici che spesso accompagnano la cronaca degli sbarchi nel mediterraneo.  Il fondo piatto su cui si staglia il contorno di questi santi esuli rappresenta lo strappo col passato, con la propria identità che appunto si svuota lungo il viaggio verso l’altrove sconosciuto.

 

La coperta termica coi suoi riflessi dorati rappresenta una continuità visiva e cromatica col fondo ma al tempo stesso con le sue mille increspature esalta ed esaspera la tridimensionalità corporea delle figure. Nel racconto del fenomeno drammatico degli sbarchi ho sempre trovato che la coperta termica abbia inconsapevolmente intrinseco un elemento poetico che è quello per cui il naufrago spaventato e privato di tutto viene accolto e coperto con una veste dorata quasi come se fosse davvero un Re; in una sorta di traslazione fiabesca il migrante che raggiunge la terra promessa, dopo lunghe peripezie si veste d’oro cangiante.

 

Nell’immaginario collettivo la coperta termica è essa stessa l’idea del migrante, del rifugiato; ma al di là della riflessione sulla giustezza morale di un mondo accogliente e multietnico (che sottoscrivo totalmente) l’immagine di una umanità avvolta in una coperta dorata suggerisce visivamente il paradosso tra la necessità di un bisogno primario (il calore che non fa morire assiderati) e il lusso di indossare un vestito dorato; la coperta termica mette sullo stesso piano queste due esigenze: il bisogno di verità ed essenzialità da una parte (la sopravvivenza) e il richiamo anch’esso urgente di bellezza appagante ed effimera, quella “vanitas” che comprende anche il superfluo della poesia, della fantasia e del mistico che eleva lo spirito.

Federico Giampaolo