AMATE I VOSTRI NEMICI, VENGO PRESTO – Solo l’Amore e la Bellezza potranno spezzare la spirale di violenza!

Il 3 novembre scorso, durante il suo viaggio in Bahrain, Papa Francesco, ha visitato la nuova Cattedrale cattolica di Nostra Signora d’Arabia per un incontro ecumenico e la preghiera per la pace.

Fortissime le parole pronunciate dal Pontefice, bisogna “scegliere di non avere nemici, di non vedere nell’altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare. Amare il nemico è portare in terra il riflesso del Cielo, è far discendere sul mondo lo sguardo e il cuore del Padre, che non fa distinzioni, non discrimina”. “Il potere di Gesù è l’amore di Gesù”, ha detto ancora il Pontefice nell’omelia. “Chi segue il Principe della pace deve tendere sempre alla pace. E non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve ‘disinnescare’, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso” – ha proseguito.

 

 

Credo sia interessante ed utile, riportare un articolo della scrittrice Angela Pellicciari, che racconta in sintesi, la storia della Cattedrale cattolica di Nostra Signora d’Arabia, al cui interno, il punto focale è rappresentato dall’immagine del Cristo Pantocrator che mostra il libro con su scritto: ”AMATE I VOSTRI NEMICI, VENGO PRESTO”:

“…Per la progettazione della cattedrale Nostra Signora d’Arabia e dell’attiguo episcopio, Ballin ha bandito un concorso internazionale. Nel 2014 è risultato vincitore il gruppo di architetti guidato da Mattia del Prete. Del Prete è da decenni il più stretto collaboratore di Francisco Arguello Wirtz, coiniziatore con Carmen Hernandez del Cammino Neocatecumenale. Personaggio fuori del comune, Kiko. Anche lui ha scelto di essere povero ed è andato a vivere fra gli ultimi nelle baracche di Madrid. Poi ha fatto più volte il giro del mondo per annunciare ovunque il vangelo.

 

Kiko è un artista. Un artista che, alla pittura, alla scultura, all’architettura, ha aggiunto negli ultimi anni la musica: “La Sofferenza degli Innocenti”, la sinfonia che ha composto, è stata eseguita, oltre che nelle migliori sale da concerto del mondo, anche davanti al portone d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau alla presenza delle massime autorità religiose ebraiche e cristiane. Kiko sa che il culto “è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui scaturisce tutta la sua forza” (Sacrosanctum Concilium) ed è per questo che ha sempre dedicato tanta attenzione alla qualità degli ambienti in cui le comunità da lui fondate si riuniscono. Nel corso di più di cinquanta anni la “Nuova Estetica” del Cammino, così è stata chiamata, si è arricchita di molte soluzioni artistiche che oggi formano un corpo architettonico ben riconoscibile.

 

Chiese, seminari, catecumeni, la Domus Galilaeae sul Monte delle Beatitudini nel lago di Tiberiade, rappresentano un insieme ben articolato di soluzioni che permettono ai fratelli di nutrirsi, insieme alla Parola di Dio e ai sacramenti, di bellezza. Kiko ha parlato di bellezza molte volte. Cito alcune delle sue espressioni: “nell’estetica c’è un profondo segreto, che è l’amore”;  “Dio ha creato l’universo e la terra con immenso amore e con grande armonia. C’è un equilibrio sapiente e profondo che abbraccia tutto, a cominciare dai colori (a ogni rosso per esempio corrisponde un tipo di verde complementare), sicché ogni cosa rinvia a un’altra, in una policromia e polifonia meravigliosa: il cielo azzurro, il verde delle fronde degli alberi, le montagne rugose e impervie, tutto canta e proclama la bellezza dell’opera di Dio”; “Questo amore di Dio per l’uomo ha una profonda valenza estetica, perché Dio, che è Amore, vuole anche dare piacere all’uomo”; “Sono convinto che solo una nuova estetica salverà la Chiesa”.

 

A partire dalle icone, Kiko ha ideato quella che ha chiamato una “corona misterica”: uno spazio circolare alla base della cupola, interamente affrescato, con riquadri che illustrano gli episodi salienti della vita di Gesù e annunciano il suo ritorno trionfante: “Le immagini della corona misterica vogliono colpire lo spirito dei fedeli che le contemplano. Esse hanno come fine quello di aiutare l’uomo a elevare il proprio spirito verso Dio”.