(La Pala Nerli è un quadro di Filippino Lippi dipinto intorno al 1485, custodito nella chiesa di Santo Spirito a Firenze. Raffigura la Vergine con il Bambino e San Giovannino tra i Santi Martino e Caterina d’Alessandria che presentano i committenti, Tanai Nerli e la moglie Giovanna Capponi)
Ma tu … dove guardavi nel frattempo?
Non a Giovanna con il suo rosario.
Non a Tanai, devoto committente.
Nemmeno a Caterina d’Alessandria
o a San Martino, vescovo affettuoso.
C’era una scena: ti faceva orrore
vedere il tuo bambino che giocava
con una croce fatta con due canne
che Giovannino gli donava ingenuo.
Ribrezzo ti faceva quella scena,
perché sapevi ciò che è ignoto ai bimbi:
sapevi quanto è breve nostra vita,
quanto è veloce il tempo che separa
la dolce infanzia e il tragico Calvario.
E ancor più breve il tempo che li unisce.
Eppure eri cosciente. Eri cosciente
fin da quel giorno (lieto?) in primavera
che venne a te lo strano personaggio
di luce solo e d’aria rivestito
e disse “Ave”. O forse ti illudevi
che l’aria e quella luce (oh, quella luce!)
avrebbero colmato la tua vita.
Delusa adesso? E quel bel paesaggio
che invade la tua loggia dalle arcate,
quel libero bisogno di respiro,
che vibra tra le piante e tra le strade,
quel limpido svelarsi delle cose …
Nemmeno te ne accorgi. Dove guardi?
Tu non sopporti le due canne in croce.
Forse con gli occhi abbracci l’universo.
Ma quella croce no. Gioco di bimbi …
Vincenzo Francia