L’ UCAI E GLI ARTISTI NELLE PAROLE DEI PAPI

Discorsi, Udienze, Esortazioni e Riconoscimenti

Le attenzioni dei Pontefici nei confronti dell’Ucai sono state costanti e si sono concretizzate con incontri, udienze e con molteplici benedizioni apostoliche. Papi e Vescovi hanno riconosciuto e apprezzato l’impegno dell’Ucai nel favorire, attraverso la cultura, i momenti salienti della vita della Chiesa come i Giubilei e le Giornate Mondiali della Gioventù. Le allocuzioni pontificie dimostrano che la Chiesa ha sempre saputo apprezzare e valorizzare l’impegno degli artisti dell’Ucai.

Abbiamo voluto raccogliere alcuni tra i pensieri più significativi che i Pontefici hanno rivolto all’Ucai e agli artisti nei nostri 75 anni di storia, parole che continuano ad orientare e illuminare il nostro operare.

 

 

PIO XII:

 

Avete compreso il dovere che v’incombe, e avete voluto, di fronte ad una cultura senza speranza, considerare l’arte come sorgente di una speranza nuova, specie in ordine alla funzione dell’arte nell’opera della pace.

 

Il Pontificato Romano, erede di universale coltura, non ha mai cessato di pregiare l’arte, di circondarsi delle sue opere, di farla collaboratrice, nei debiti limiti, della sua divina missione, conservandone ed elevandone il destino, che è di condurre lo spirito a Dio…

 

La funzione di ogni arte sta infatti nell’infrangere il recinto angusto e angoscioso del finito, in cui l’uomo è immerso, finchè vive quaggiù, e nell’aprire come una finestra al suo spirito anelante verso l’infinito… Ecco dunque uno dei motivi, per i quali i Sommi Pontefici, e in generale la Chiesa, onorarono ed onorano l’arte.

 

Qualsiasi bellezza artistica che si voglia cogliere nel mondo, nella natura, nell’uomo, per esprimerla in suoni, in colori, in giuoco di masse, non può prescindere da Dio, dal momento che quanto esiste è legato a Lui con rapporti essenziali. Con quanto maggior chiarezza l’arte rispecchia l’infinito, il divino, con tanta maggior probabilità di felice successo essa s’innalza all’ideale e alla verità artistica.

 

Coronate, diletti figli, i vostri ideali di arte con gl’ideali religiosi, che quelli rinvigoriscono ed integrano. L’artista è di per sè un privilegiato fra gli uomini; ma l’artista cristiano è, in un certo senso, un eletto, perché è proprio degli Eletti contemplare, godere ed esprimere le perfezioni di Dio.

 

Cercate Dio quaggiù nella natura e nell’uomo, ma innanzi tutto dentro di voi; non tentate vanamente di dare l’umano senza il divino, nè la natura senza il Creatore; armonizzate invece il finito con l’infinito, il temporale con l’eterno, l’uomo con Dio, e voi darete così la verità dell’arte, la vera arte. Studiatevi di educare gli animi — così facilmente inclinati verso il materialismo — alla gentilezza e al gusto spirituale; avvicinateli gli uni agli altri, voi a cui è dato di parlare un linguaggio che tutti i popoli possono comprendere.

 

Sia questa la missione a cui tenda la vocazione artistica, della quale siete a Dio debitori; missione così nobile e degna che basta da sè sola a dare alla vostra vita quotidiana, spesso aspra ed ardua, la pienezza e il fiducioso coraggio.

 

 

GIOVANNI XXIII:

 

A voi (artisti dell’Ucai) il compito di trasmettere al mondo il riflesso della bellezza e della luce divina, aiutando l’uomo a gustare e amare tutto ciò che vi è di vero, di puro, di santo, di amabile…

 

Amiamo vedere in voi dei preziosi collaboratori della missione educatrice della Chiesa. Desiderate infatti che il suo ministero appaia in forme di armoniosa bellezza, e tocchi il cuore degli uomini d’oggi anche attraverso il magistero dell’arte.

 

L’arte cristiana ha un carattere, che vorremmo quasi chiamare sacramentale: non certo nel significato proprio del termine, ma come veicolo e strumento di cui il Signore si serve, per disporre gli animi ai prodigi della grazia. In essa i valori spirituali diventano come visibili, più accostati alla mentalità umana, che vuole vedere e toccare: l’armonia delle strutture, le forme plastiche, la magia dei colori sono altrettanti mezzi, che cercano di avvicinare il visibile all’invisibile, il sensibile al soprannaturale.

 

Questo valore catechetico e strumentale dell’arte fa comprendere la strenua difesa, che la Chiesa ha sempre sostenuto in favore delle immagini, la sua simpatia per gli artisti, l’incoraggiamento a un sano e compiuto umanesimo, che proprio nell’arte ha celebrato validi trionfi.

 

Come gli angeli sono messaggeri di Dio e presentano a lui le nostre preghiere, così l’arte cristiana si solleva oltre il velo del sensibile per congiungere con Dio, accompagnare le sue sante ispirazioni, facilitare e orientare i nostri rapporti con Lui.

 

Si auspica da taluni un incontro più stretto tra gli uomini di chiesa e quelli dell’arte. Diletti figli! Noi vi siamo vicini con la Nostra stima, col rispetto dovuto ad attività tanto nobili e distinte: e preghiamo per il vostro lavoro, affinché sia allietato da successo, e le difficoltà, che sappiamo non essere poche, le incomprensioni, le crisi vengano superate felicemente.

 

 

PAOLO VI:

 

Se questa vostra unione (Ucai) è accompagnata da una fede cristiana, da una preghiera comune, da una carità, allora siamo veramente alle origini di un’arte nuova, e ne abbiamo scoperto il segreto, facendo scaturire nella carità, misteriosamente, lo Spirito Santo, lo Spirito animatore. Ogni artista è in qualche cosa pontefice in senso etimologico, un facitore di ponti fra terra e cielo, fra qui e l’altrove.

Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia nel cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione.

 

La bellezza può lasciar trasparire qualcosa della speranza che è più grande della sofferenza e della decadenza.

 

La vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità; di conservare a tale mondo la sua ineffabilità, il senso della sua trascendenza, il suo alone di mistero.

 

L’arte può riuscire ad indicare il bisogno insopprimibile di qualcosa, o meglio di Qualcuno, che dia senso all’effimero ed altrimenti assurdo agitarsi dell’uomo nel tempo e nello spazio di questo mondo finito. Voi artisti siete i custodi della bellezza nel mondo.

L’artista è il veicolo, è il tramite, è l’interprete, è il ponte fra il nostro mondo religioso e spirituale e la società e l’esperienza degli altri e le anime con cui veniamo a colloquio.

 

Perciò noi onoriamo assai l’artista…esiste ancora, esiste anche in questo nostro arido mondo secolarizzato, una capacità prodigiosa (ecco la meraviglia che andiamo cercando!) di esprimere, oltre l’umano autentico, il religioso, il divino, il cristiano.

 

È grande la stima, la gratitudine che abbiamo verso l’artista fedele, e cioè verso colui che vuol compiere questa opera di mediazione fra lo spirito e la materia.

 

Perciò, Artisti Cattolici, vi teniamo vicini, e perciò vi invitiamo quanto più potete a capirci, a bere alla nostra sorgente invisibile e soprannaturale e alla nostra esperienza religiosa…ci fidiamo di voi! Siate veramente in comunicazione e in sintonia con il culto e con la spiritualità cristiana: e dopo fate quel che volete!

 

 

GIOVANNI PAOLO II:

 

La vostra associazione nacque negli anni esaltanti della ricostruzione dalle rovine della seconda guerra mondiale. La sua fondazione voleva essere anche un atto di fiducia e di speranza nel futuro dell’Italia. Si voleva che alla ricostruzione non mancasse il ruolo culturale e spirituale dell’arte, da considerare non come elemento accessorio, ornamentale, ma come bene primario per la crescita e l’armonia di una comunità intesa nei suoi valori compiutamente umani.

 

Dalla vostra collaborazione la Chiesa si augura una rinnovata epifania di bellezza per il nostro tempo. La bellezza è in un certo senso l’espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza. Presiedendo alle misteriose leggi che governano l’universo, il divino soffio dello Spirito creatore s’incontra con il genio dell’uomo e ne stimola la capacità creativa. Lo raggiunge con una sorta di illuminazione interiore.

Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Divino.

Voi vi proponete di applicare una direttiva generale del Concilio nel campo concreto della vostra specificità. Così vi mettete in condizione di dare un nuovo contributo a una seconda rinascita, di cui ha bisogno l’Italia e il mondo…Qui non posso passare sotto silenzio le varie iniziative a carattere spirituale (convegni, riunioni bibliche e di preghiera), che costituiscono il nutrimento della mente e del cuore, il segreto del vostro crescere come artisti cattolici, in armonia col nome della vostra associazione. In questo non mi resta che esortarvi a continuare con generoso impegno e rinnovata fiducia…perché l’Unione sia sempre più idonea alla pastorale tra gli artisti e ai compiti di oggi, rinnovando l’incontro con la Chiesa e l’arte sacra.

L’artista credente deve essere consapevole che il talento dell’arte è dono di Dio: l’artista cristiano confida di ricevere e implora da Dio quello “spirito divino” che renda spiritualmente fecondo il talento naturale, specie quando esso è chiamato ad eseguire opere d’arte religiosa e liturgica…se al talento naturale si aggiungono consapevolmente le virtù teologali vissute della fede, speranza e carità, queste diventano sollecitazione potente all’opera dell’uomo rivolta ad illustrare col magistero dell’arte i misteri del cristianesimo.

Gli artisti sono da enumerare tra i benefattori più grandi dell’umanità, tra gli operatori più efficaci della sua salvezza, perché alimentano il senso qualificante, essenziale dell’uomo, che è la sua spiritualità. L’uomo, contemplando l’arte e la sua bellezza, vi si abbandona come alla sollecitazione delle sue elevazioni più genuinamente umane, cioè spirituali; e perciò sente e trasmette l’incanto della spiritualità purissima, Dio, che di ogni spiritualità creata è origine e fine…La storia dell’arte, non è soltanto storia di opere, ma anche di uomini…gli artisti  rendono anche un servizio sociale qualificato a vantaggio del bene comune che contribuisce alla vita e alla rinascita di un popolo…Profondamente consapevole di tutto questo, la Chiesa ha sempre favorito le arti liberali, e ha sempre ricercato il loro nobile servizio.

 

Persuaso che esiste uno stretto legame tra la fede, la carità e la speranza da una parte, e la creazione artistica dall’altra, vorrei meditare con voi sui rapporti reciproci tra queste grandi ricchezze dello spirito umano…perché l’arte prosegua ad essere inserita nella storia della salvezza, in vista di una nuova rinascita…Gli occhi divengono capaci di vedere la bellezza e la coesione di tutto ciò che vive in questo mondo. Alla grande luce di Dio, tutte le luci della creazione acquistano un nuovo fulgore. E, allo stesso modo, l’esperienza umana, la nascita, l’amore, la sofferenza, la morte sono poste in una luce nuova, in relazione con la vita di Cristo.

 

Ogni arte autentica è, a suo modo, una via d’accesso alla realtà più profonda che la fede mette in piena luce. Un mondo senza arte difficilmente si aprirebbe alla fede. Esso rischierebbe di restare estraneo a Dio, come davanti ad un “Dio ignoto” (At 17, 23). Un mondo senza arte rischia d’essere un mondo chiuso all’amore…Nelle sue forme più autentiche, l’arte è l’espressione stessa dell’uomo e, in un certo senso, di tutta l’umanità.

In quanto espressione di tutto ciò che è pienamente umano l’arte è universale e sfida il tempo e lo spazio. L’arte autentica si rivolge a tutti gli uomini. Li riunisce, come fa l’amore.

A voi, cari fratelli e sorelle, che ponderate la vostra responsabilità in questo settore, voglio dire, con San Paolo: “Tutto quello che è vero, nobile e giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4, 8). E all’attività artistica si applicherebbero anche queste parole di Gesù agli apostoli: “La vostra luce brilli agli occhi degli uomini affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16). Per voi questa luce è la bellezza della vostra opera d’arte. Nel suo messaggio agli artisti, il Concilio Vaticano II diceva: “Voi siete i guardiani della bellezza del mondo: …Siate sempre e dovunque degni del vostro ideale”.

 

Voi sapete, cari amici, che l’arte è per la fede, la carità, la speranza un’espressione privilegiata. L’arte autentica contribuisce a risvegliare la fede assopita. Apre il cuore al mistero dell’altro. Eleva l’animo di colui che è troppo deluso o troppo stanco per sperare ancora. Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito divino! Se l’artista è creatore attraverso il genio che ha ricevuto in dono, come potrebbe non essere creatrice la grazia di Dio nel cuore dell’uomo?

 

La nostra tradizione più autentica, che condividiamo pienamente con i fratelli ortodossi, ci insegna che il linguaggio della bellezza, messo a servizio della fede, è capace di raggiungere il cuore degli uomini e di far loro conoscere dal di dentro colui che osiamo rappresentare nelle immagini, Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. Auspico che la vostra arte contribuisca a celebrare la fraternità che unisce gli uomini e li raccolga in una sorta di ecumenismo culturale, il quale superi tutte le frontiere, le differenze e le divisioni. Vi esorto, altresì, a comunicare all’uomo contemporaneo la speranza che non muore.

 

La bellezza è cifra del mistero e richiama al trascendente. È invito a gustare la vita

e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell’arcana nostalgia di Dio. Per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio; udire una voce silenziosa, una manifestazione divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte…Voi artisti accogliete in abbondanza il dono di quelle ispirazioni creative da cui prende inizio ogni autentica opera d’arte, dono che viene elargito dallo Spirito, il misterioso artista dell’universo. Vostro compito è alimentare l’amore per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano nonché riflesso della bellezza divina.

 

L’arte, in quanto ricerca del bello, frutto di un’immaginazione che va al di là del quotidiano, essa è per sua natura, una sorta di appello al Mistero. Se si è capaci di scorgere nelle molteplici manifestazioni del bello un raggio della bellezza suprema, allora l’arte diventa una via verso Dio.

 

 

BENEDETTO XVI:

 

Voi siete custodi della bellezza, voi avete grazie al vostro talento, la possibilità di parlare al cuore dell’uomo. Siate, attraverso l’arte, annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità. La Bellezza è conoscenza, certamente, una forma superiore di conoscenza poiché colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità. La vera conoscenza è essere colpiti dal dardo della bellezza che ferisce l’uomo, essere toccati dalla realtà, “dalla personale presenza di Cristo stesso”. (Questo) non è principalmente un problema della teologia, ma anche della pastorale che deve nuovamente favorire l’incontro dell’uomo con la bellezza della fede. Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora, riscopriamo la gioia della visione, della capacità di cogliere il senso profondo del nostro esistere; il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano.

 

Io ho spesso già affermato essere mia convinzione che la vera apologia della fede cristiana, la dimostrazione più convincente della sua verità, contro ogni negazione, sono da un lato i Santi, dall’altro la bellezza che la fede ha generato. Affinché oggi la fede possa crescere dobbiamo condurre noi stessi e gli uomini in cui ci imbattiamo a incontrare i Santi, a entrare in contatto con il bello…Nulla ci può portare di più a contatto con la bellezza di Cristo stesso che il mondo del bello creato dalla fede e la luce che risplende sul volto dei Santi, attraverso la quale diventa visibile la Sua propria Luce.

 

È necessario saper comunicare con il linguaggio delle immagini e dei simboli; per raggiungere efficacemente i nostri contemporanei, desiderosi e nostalgici di una bellezza autentica, non superficiale ed effimera…La via pulchritudinis è uno dei possibili itinerari, forse quello più attraente ed affascinante, per comprendere e raggiungere Dio.

È proprio questo il vostro compito, la vostra missione: suscitare meraviglia e desiderio del bello, formare la sensibilità degli animi e alimentare la passione per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano e riflesso della Bellezza divina.

 

Un artista, che ha testimoniato sempre l’incontro tra estetica e fede, Marc Chagall, ha scritto che “i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia”. Quando la fede, in modo particolare celebrata nella liturgia, incontra l’arte, si crea una sintonia profonda, perché entrambe possono e vogliono parlare di Dio, rendendo visibile l’invisibile…Il linguaggio dell’arte è un linguaggio parabolico, dotato di una speciale apertura universale: la via “Pulchritudinis” è una via capace di guidare la mente e il cuore verso l’Eterno, di elevarli fino alle altezze di Dio.

 

Arte e fede: un binomio che accompagna la Chiesa e la Santa Sede da duemila anni, un binomio che anche oggi dobbiamo valorizzare maggiormente nell’impegno di portare agli uomini e alle donne del nostro tempo l’annuncio del Vangelo, del Dio che è Bellezza e Amore infinito.

 

Vorrei esprimere l’augurio di un impegno appassionato e creativo, soprattutto in campo artistico, per promuovere nelle culture contemporanee un nuovo umanesimo cristiano, che sappia percorrere con chiarezza e decisione la via dell’autentica bellezza.

(È importante) incoraggiare l’impegno di giovani studiosi, artisti ed istituzioni che dedicano le loro attività alla promozione dell’umanesimo cristiano…Al dialogare con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogare con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come sconosciuto.

 

 

PAPA FRANCESCO E GLI ARTISTI:

 

Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove.

 

Se, come afferma sant’Agostino, noi non amiamo se non ciò che è bello, il Figlio fatto uomo, rivelazione dell’infinita bellezza, è sommamente amabile, e ci attrae a sé con legami d’amore. Dunque si rende necessario che la formazione nella via pulchritudinis sia inserita nella trasmissione della fede.

 

È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico”. Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola.

 

È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla via della bellezza…tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù.

 

L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione…attraverso l’arte – la musica, l’architettura, la scultura, la pittura – la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione. La Chiesa ha sempre usato l’arte per dimostrare la meraviglia della creazione di Dio e della dignità dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza. L’arte ha in sé una dimensione salvifica e deve aprirsi a tutto e a tutti, e a ciascuno offrire consolazione e speranza…Non dobbiamo avere paura di trovare ed utilizzare nuovi simboli, nuove forme d’arte, nuovi linguaggi, anche quelli che sembrano poco interessanti a chi evangelizza o ai curatori ma che sono invece importanti per le persone, perché sanno parlare alle persone.

 

Questo è il ruolo del poeta, dell’artista: contrastare la cultura dello scarto ed evangelizzare. Come leggiamo nel salmo 117, “la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo”, così come Dio dallo scarto, dal suo Figlio scartato, tira fuori la salvezza per tutti noi. L’artista è il testimone dell’invisibile, e l’opera d’arte è la prova più forte che l’incarnazione è possibile. Per rendere visibile il mistero della forza propria di un’opera d’arte sono necessarie le mani dell’artista.

 

Incoraggio uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo…La cura della casa comune richiede la contemplazione riconoscente del mondo che ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare.

È il soffio dello Spirito che apre orizzonti, risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire presente (oppure eccomi) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci aspetta. Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrici.

 

Gratuità, Senso E Bellezza. Possono sembrarvi inutili, soprattutto oggigiorno. Chi si mette a fare una società cercando gratuità, senso e bellezza? Non produce, non produce. Eppure da questa cosa che sembra inutile dipende l’umanità intera, il futuro.

Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta.

 

Non va trascurata la relazione che c’è tra un’adeguata educazione estetica e il mantenimento di un ambiente sano…Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare e apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto d’uso e abuso senza scrupoli…L’arte dell’unità esige e richiede autentici artigiani che sappiano armonizzare le differenze nei “laboratori” dei villaggi, delle strade, delle piazze e dei paesaggi.

 

Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinchè ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace perchè viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine.