75 anni. Età preziosa, rinnovata nella storia con atti e persone, affidata da Dio all’umanità responsabile perché tutto accolga in una “botta di vita”, tesa a rispettare e salvaguardare spazi e stagioni. 75 anni, durante i quali si sono inoltrati lenti e spasmodici processi in avventure e disavventure, di giorni scintillanti al sole, le prime; improvvisazioni di nebbie sperdute nel buio acre della notte, le seconde. I riverberi, ora docili o intriganti di chi aspira a custodire il “sacro e vago giardinello” come meta certa di un percorso, familiare agli artisti, primi artefici, che per vocazione rispecchiano l’immagine divina nel creato. Lembi di ricordi, di grandi emozioni, stupore del mistero, confidenze d’estasi attendono di essere riportate per alleggerire la vita. La rendono splendida e così bella nel respiro e nell’intuire «qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani[1]». Ne annodano le vibrazioni di musica e parole, di colori e forme. L’accartocciano in un festival di vittorie, mentre talvolta amare sono le sconfitte e squallido l’approccio del nostro spregevole esistere. Lampi improvvisi, irritati tra fulmini e saette, causano temporali fino all’ultima lacrima, svuotata nei greti dell’anima, mentre ancora l’arcobaleno riluce pace e la tenerezza del Dio che salva.
75 anni vissuti in una mistica atmosfera, da artisti consapevoli, attraverso l’Ucai, di appartenere alla Chiesa, alla quale rendere un adeguato servizio. Dio – ricorda ancora papa Wojtyla – è “l’artista divino” che “trasmette una scintilla della sua trasparente sapienza”[2]. Tutti gli artisti, in particolare quelli uniti nell’Ucai, consapevoli del dono ricevuto, ne abbracciano la scelta e ne conoscono la missione. Si appropriano del “compito di essere artefici”, cioè protagonisti e ferventi collaboratori del creato. Ne rendono testimonianza le numerose udienze e le catechesi dei pontefici a favore del connubio fra arte e Chiesa, che oggi, l’Ucai, da parte sua medita e rilancia all’interno della associazione e agli artisti interessati. 75 anni da festeggiare, dunque, nel segno della qualità estetica, aderendo al raffinato invito di papa Francesco a “ricostruire il patto educativo globale”. Ravviveremo e parteciperemo anche noi a una sorta di “alleanza educativa” indicata dal papa. Investiremo energie e coraggio, ponendoci in “permanente formazione”, a servizio della centralità della persona, così come vuole Dio.
Giovanni Battista Gandolfo
[1] Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, 4 aprile 1999, n. 1
[2] Cfr. Ibid.