Dare o Ricevere? Questo è il Problema

“Stavo mendicando di porta in porta lungo la strada del villaggio, quando il Tuo carro dorato apparve in lontananza simile a un magnifico sogno e mi chiesi chi fosse quel Re di tutti i re!

Le mie speranze crebbero e pensai che i brutti giorni fossero giunti alla fine, e rimasi in attesa di ricevere elemosine spontanee e ricchezze profuse da tutte le parti nella polvere.

Il carro si fermò là dove mi trovavo. Il Tuo sguardo cadde su di me e Tu scendesti con un sorriso. Sentii che era finalmente giunta la fortuna della mia vita. Poi, d’improvviso, tendesti la mano destra e dicesti:

“Cos’ hai da darmi?“.

Ah, che burla regale fu quella di tendere la Tua mano a un mendicante per mendicare! Ero confuso e rimasi indeciso; poi, dalla mia bisaccia, lentamente estrassi il più piccolo chicco di grano e te lo donai.

Ma quanto fu grande la mia sorpresa, quando, a fine giornata, svuotando a terra il mio sacco, trovai in mezzo al povero mucchio un piccolissimo chicco d’oro. Piansi amaramente e mi pentii di non avere avuto il cuore di donarti tutto ciò che avevo.”

(Rabindranath Tagore)

 

Quando da adolescente, ho letto per la prima volta questa storia, ricordo di aver provato una forte emozione, avevo intuito la portata rivoluzionaria di questi versi che ribaltavano completamente la logica del dono.

Senza conoscere questa poesia, il mio carissimo amico Cristiano Quagliozzi ha disegnato questa scena:

 

 

 

Disegno a penna di Cristiano Quagliozzi

 

Qualche anno fa, Cristiano ha deciso di regalare tutte le sue opere, distribuendo a conoscenti e ad amici centinaia di pitture e disegni, il suo lavoro di una vita. Sono rimasto impressionato da tanta libertà e per questo motivo voglio dedicare questo post ad un grande artista, un grande uomo e un grande amico. Speriamo che, seguendo il suo esempio, anche io riuscirò a fare mie le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Tutto ciò che non è donato è perso“.

 

Scrive San Basilio Magno: “Ma, a quanto pare, di tutti i grandi e incorruttibili beni, oggetto della beata speranza, non ti curi affatto, avido come sei solo di beni terrestri. No, non fare così. Largheggia con ciò che possiedi, sii generoso, anzi munifico, nell’affrontare spese a beneficio dei bisognosi. Si dica anche di te: «Egli dona largamente ai poveri: la sua giustizia rimane per sempre» (Sal 111, 9).

Quanto dovresti essere grato al donatore benefico per quell’onore che ti viene fatto! Quanto dovresti essere contento di non dover tu battere alla porta altrui, ma gli altri alle tue! E invece sei intrattabile e inabbordabile. Eviti di incontrarti con chi ti potrebbe chiedere qualche spicciolo. Tu non conosci che una frase: «Non ho nulla e non posso dar nulla, perché sono nullatenente». In effetti tu sei veramente povero, anzi privo di ogni vero bene. Sei povero di amore, povero di umanità, povero di fede in Dio, povero di speranza nelle realtà eterne”.

 

Francesco Astiaso Garcia