DOVE L’ARTE CERCA L’OLTRE (Quarta Parte) – Intervista all’artista del mosaico e del vetro Sante Pizzol

Tra il 21 e il 27 novembre 2021 si è svolta la Seconda settimana dei Centri Culturali Cattolici della Diocesi di Milano dal titolo “Come lievito… per dare pienezza alla vita”.  L’UCAI di Milano ha aderito proponendo una conversazione sull’arte tra quattro artisti condotta dalla Prof. Angela Bonomi Castelli.

Angela Bonomi Castelli   Abbiamo titolato “Dove l’Arte cerca l’Oltre” proprio con l’idea di essere uniti in questa ricerca che tutti gli artisti fanno. La storia insegna come gli artisti di tutte le discipline artistiche siano stati i più sensibili testimoni del loro tempo. Questa sera vorremmo sentire la voce di alcuni artisti dell’oggi cercando di mettere a fuoco la loro ricerca dell’Oltre. Ci piace l’idea di provare ad indagare la vita di un artista che è una pagina bianca. È come entrare in questa pagina cercando di capire come è stata scritta la loro avventura umana, artistica e soprattutto spirituale.

Arriviamo adesso ad un notissimo artista di vetrate e mosaici Sante Pizzol.

 

Sante Pizzol (Montaner di Sarmede, 1939)  

È pittore e creatore di vetrate artistiche da oltre 50 anni che si è formato presso l’Accademia di Brera e la Scuola superiore d’Arte del Castello di Milano.

Sante Pizzol è oggi un artista conosciuto a livello mondiale e particolarmente apprezzato in Giappone dove ci sono più di 200 sue opere di notevole impegno e dimensioni, tra cui la vetrata realizzata nel 1989 per il Green Plaza Hotel di Osaka, di ben otto piani.

È stato apprezzatissimo docente di Vetrate Artistiche Istoriate sia in Italia sia all’estero.

È socio della Permanente di Milano e dell’UCAI di Milano.

 

Pizzol – Griglia gialla

 

Pizzol – Mosaico

 

ABC   Sante Pizzol è collegato con noi dal Veneto sua zona di origine. Lo ringraziamo per la sua presenza e per la disponibilità a rispondere ad alcune domande.

Le tue sono narrazioni di luce. Luce fisica e luce del cuore. Lavori una materia densa e accesa, lucida e opaca, ma sempre caratterizzata da un rutilìo di colori. Come il tuo lavoro trasfigura il visibile e manifesta l’invisibile accompagnandoci in un dialogo con l’Oltre?

 

SP   Bella domanda. Cerco di rispondere; ritengo che il segreto è proprio la luce, che con il suo fascino, con la sua vita esalta soprattutto i colori, che non sono che il filtro della luce. Noi abbiamo lo spettro della luce, l’arcobaleno e i vetri hanno questo potere di fermare un colore, farne vedere un altro e così la gamma diventa infinita. La luce è vivere, è un modo di esprimersi, per me la luce è il sole, cioè la vita. Il sole, se non ci fosse, non ci saremmo neppure noi. È tutto un collegamento che mi intriga e mi fa piacere sviluppare.

 

ABC   Come spiegheresti la relazione tra bellezza, valore estetico e valore spirituale?  Tu che hai fatto tantissime opere di arte sacra anche per luoghi liturgici.

 

SP   La bellezza qualcuno diceva che è quella che salverà il mondo. Quindi la bellezza eleva lo spirito e nobilita i sentimenti, li completa, li matura, li sviluppa.  Unita anche all’estetica dà armonia ed equilibrio al senso di concepire, al modo di essere. Si sono dette già molte cose interessanti e mi è molto piaciuto ciò che ha detto Alessandra. Ciò che lei prova verso la musica io lo provo verso i colori.

 

ABC   Bisognerebbe sempre ricordare la gioventù degli artisti, la loro formazione, i contatti, i sogni, le ispirazioni. Come sei arrivato all’amore per il vetro?

 

SP   Questa è una bellissima storia, visto che ho tanti anni alle spalle e tante cose da raccontare. Partiamo dall’inizio, dall’adolescenza. Ero studente presso i padri Carmelitani sul Garda e avevo modo di esprimere la mia capacità nel disegno e nella creatività. Tutto si faceva manualmente. Non esistevano neanche le fotocopiatrici, esisteva solo la fotografia, ma i fotografi erano rari e i risultati richiedevano tanto tempo.

Quale studente di quel collegio, portato per il disegno, avevo anche il compito di fare i manifesti per la chiesa e le festività, per il presepio, per la Pasqua. Tutte queste cose si esponevano all’esterno del Santuario della Madonna del Carmine a San Felice del Benaco.  Nel Veneto si usciva dalla guerra con tanta miseria e povertà, con la valigia pronta per partire alla ricerca di una condizione di vita migliore.  Una signora animata dalla volontà di fare del bene, viste le mie attitudini fu la mia mecenate. Mi portò a Milano, dove poi mi sono iscritto all’ Accademia di Brera, e mi collocò in uno studio di vetrate artistiche dei più vecchi maestri dell’anteguerra. Ebbi la fortuna di avere rapporti con tanti maestri che avevano percorso i movimenti dalla fine dell’ottocento in poi fino agli anni cinquanta con una figurazione legata all’accademismo.

In questo studio che aveva una decina di dipendenti ho potuto imparare i segreti delle vetrate istoriate dipinte, legate a piombo e cotte a fuoco, e anche del restauro di vetrate in quanto vi si restauravano quelle del Duomo.

Brera, dove ebbi come docente Amalia Panigatti e altri grandi maestri, mi ha aiutato a valorizzare l’esperienza che mi ero fatto con questi grandi artisti e così ho iniziato poi ad aprire un mio studio personale.

È nata così una mia personale evoluzione. Attraverso gli anni ho girato il mondo in lungo e in largo, dal Giappone al Perù al Brasile dove ho fondato scuole, ho insegnato a più di cinquecento allievi e ho il piacere che mi ricordano ancora nel mondo.

 

 

Pizzol – Sospesi nel tempo
Pizzol – Spirito Santo

 

ABC   E hai seminato quest’arte antica che speriamo non muoia.

Il tuo, più di altri, è un lavoro che prevede l’intervento di altri soggetti nel processo realizzativo, come condividete i progetti i risultati e gli obiettivi?

 

 Il rapporto che ho avuto con i miei collaboratori è come quello tra il maestro e l’allievo. Il maestro dirige e l’allievo ascolta, esegue e porta avanti il lavoro. La passione è condivisa, perché si vede che dal nulla nasce un’opera anche gigantesca e magari monumentale. Quindi c’è una voglia comune a tutti di voler fare nel modo migliore.

 

ABC   Perciò c’è una circolarità di creatività da maestro ad allievo, ma qualche volta avviene anche al contrario.

 

SP   Sai meglio di me che quando si insegna chi ci guadagna di più è chi insegna, perché c’è sempre da imparare.

 

ABC Grazie di questa bella conclusione perché noi stiamo imparando da voi la vostra propensione per l’arte e la vostra condivisione con gli altri.

Mi sembra ci abbiate consegnato una proposta di riflessione e di vita intorno all’arte che ci suggerisce di sottolineare come ogni uomo sia unico e irripetibile e ancor di più lo sono gli artisti di tutti i tempi e di tutte le arti. Unici e irripetibili e privilegiati perché hanno avuto un dono, qualche cosa in più che cercano di far ricadere su tutta l’umanità.

Sarebbe stato bello coinvolgere più artisti, ma il tempo a disposizione era limitato. Un grazie di cuore a tutti gli artisti e a tutti i convenuti.

 

AP   Ringrazio tutti gli artisti non solo per le opere d’arte che sono veramente splendide, ma anche perché hanno colto molti di quegli aspetti che per noi musicisti sono per così dire sfide impossibili. Il tentativo di catturare la luce, per noi questo desiderio di rendere le nostre esecuzioni quasi più materiche possibile, quindi incisive memorabili quasi a voler fermare l’istante. Quindi sono grata agli artisti di averci voluto mostrare e condividere le loro opere, ma soprattutto per averci mostrato il loro percorso, come poi tutto questo è divenuto materia.

 

UCAI  sez. Milano