DOVE L’ARTE CERCA L’OLTRE (Terza Parte) – Intervista al Pittore Giancarlo Nucci

Tra il 21 e il 27 novembre 2021 si è svolta la Seconda settimana dei Centri Culturali Cattolici della Diocesi di Milano dal titolo “Come lievito… per dare pienezza alla vita”.  L’UCAI di Milano ha aderito proponendo una conversazione sull’arte tra quattro artisti condotta dalla Prof. Angela Bonomi Castelli.

Angela Bonomi Castelli   Abbiamo titolato “Dove l’Arte cerca l’Oltre” proprio con l’idea di essere uniti in questa ricerca che tutti gli artisti fanno. La storia insegna come gli artisti di tutte le discipline artistiche siano stati i più sensibili testimoni del loro tempo. Questa sera vorremmo sentire la voce di alcuni artisti dell’oggi cercando di mettere a fuoco la loro ricerca dell’Oltre. Ci piace l’idea di provare ad indagare la vita di un artista che è una pagina bianca. È come entrare in questa pagina cercando di capire come è stata scritta la loro avventura umana, artistica e soprattutto spirituale.

 

Ora è il momento di un pittore nonché socio UCAI: Giancarlo Nucci.

 

Giancarlo Nucci   nato a Rimini nel 1944 vive e lavora a Monza.

Interessato all’indagine scientifica per segni e colori, ha abbinato esperienza professionale nel settore biochimico ad esperienza pittorica, che poi lo ha assorbito interamente. La lunga sperimentazione a partire dagli anni ’70, dal figurativo al naturalismo astratto, all’informale, delinea con chiarezza una ricerca tenace e articolata, feconda di risultati e riconoscimenti. Ne risultano tele di forte matrice materica e di grande intensità cromatica.

Ha esposto opere delle varie fasi della sua produzione artistica in numerose mostre dal 1976. E’ socio della Permanente di Milano, fa parte del Direttivo UCAI di Milano e dell’Associazione “P. Borsa” di Monza.

 

G. Nucci – 2021 Lacerazioni

 

 

ABC  L’artista è mosso da un’inquietudine spirituale, una sete di Dio; come può l’arte convivere con una sete di Dio?

 

GN  L’arte convive con la sete di Dio perché   è sete di senso, perché esprime un desiderio di bene, di bellezza, connaturato alla nostra umanità e quindi alla creazione artistica. Questo genera inquietudine perché costringe a misurarsi con le proprie contraddizioni interiori, con il proprio limite. Voglio creare qualcosa che non c’è e la realizzazione non sempre è conseguente alle intenzioni. In quasi tutta la mia produzione credo ci sia questa tensione che è spiccata, per es. nelle Lacerazioni, ma si intravede anche nelle tele più solari. A proposito dell’oltre, penso a un mio quadro dal titolo Altrove: dovendo spiegare il titolo, dicevo:” sono qui ma sono anche oltre: il mio orizzonte è più in là di quel che vedo”.

 

ABC   L’artista indaga l’essenza poetica, indaga il mistero dell’uomo.

Nella tua pittura quanto è ricerca di una connessione tra interiorità e astrazione?

 

GC  Avverto il mistero come un ignoto inesauribile che mi scava dentro per arrivare allo svelamento che cerco di cogliere almeno in qualche frammento delle mie opere. Questo avviene se guardo la dimensione fisica della natura – terra, mare, montagna – oppure se sto davanti alla Croce o ascolto musica. Nell’atto pittorico non trasferisco il dato oggettivo, ma l’essenziale a cui mi rimanda; che è una forma affidata al colore e alla luce più che alla linea. Il prof. Biscottini definiva le spatolate marginali dei miei quadri “segni spirituali”.

Succede così che l’osservatore scorga nella forma più immagini di quelle che erano nelle mie intenzioni.  A ciò concorre una dinamica formale determinata dalla materia che utilizzo con caratteristiche chimico-fisiche porose, stratificate, tattili.

Succede anche che scopra figure non cercate, laddove credevo di aver dipinto forme astratte.

Nella mia pittura che è ricerca del colore e della sua luce, c’è anche tanta materia che mi è congeniale per ottenere una superfice dialogante e per far vibrare l’animo dell’osservatore.

 

ABC Visto che tu usi il linguaggio dell’astrazione anche se qualche volta viene indicato come figurativo, dov’è l’interconnessione tra interiorità e astrazione?

 

GN   L’artista è colui che raccoglie nella propria memoria i pensieri, le intuizioni. E’ un grande osservatore, per cui elabora poi il contenuto di queste sue intuizioni e passa poi all’azione. In questo passaggio all’azione si determina il processo della sua poetica. Ciò dà origine alle opere.

ABC Il tuo percorso quindi raggiunge questo risultato attraverso questo processo.

GN Sì, è tutto l’insieme delle elaborazioni che le raccolgono e finiscono per dare un senso dal punto di vista operativo. Quando entra in azione entra già con la volontà di eseguire un lavoro compiuto.

 

ABC   L’artista non si ripete: cerca, indaga, approfondisce, sperimenta. Che cosa rappresenta per te affrontare più volte lo stesso tema? Varianti dello stesso soggetto: una logica da svelare e scoprire?

 

GN   Osservo la realtà che mi circonda e ascolto la risonanza interiore che provoca: nella mia sperimentazione cerco di interpretarne i segni che mi appartengono e li sviluppo in una visione autonoma. Ci si può ripetere sul tema ma non nell’esecuzione: per fare un esempio, le mie croci non sono uguali, perché, mettendomi davanti al crocifisso, ricevo e scopro sempre nuovi messaggi nella libertà e verità del vangelo, proprio per quell’inesauribilità del mistero di cui si diceva. Anzi dopo la realizzazione di un soggetto, sono stimolato a darne subito un’altra visione.

 

ABC Tu hai ripetuto tante volte il concetto del silenzio, con risultati sempre diversi. Il tema apparentemente è sempre lo stesso, ma non nell’esecuzione.

GN   Appunto. Credo che questo sia proprio anche di chi ha questo sentire, questo modo di trasferire anche nella musica il proprio essere in modo differente perché cambiano i modi di porsi di fronte alla musica, il modo di sentire, esattamente come per chi usa la materia e il colore.

ABC   Questa domanda gioca più sul concetto di mostre, di cui ho avuto la gioia di vedere il percorso.

 

 

G. Nucci – Rammendo possibile 2017 – Rammendo sperato 2017

 

 

ABC   Ogni mostra ha un suo itinerario culturale, cosa significa per te Giancarlo condividere la proposta di una mostra delle tue opere?

 

GC   Fra una mostra e l’altra c’è sempre una sosta, una pausa di riflessione per elaborare nuove tematiche in coerenza con il mio cammino. Ogni nuova mostra significa poter fare proposte di vero, di bello, di buono.

In generale mi piace mostrare i miei lavori.

Se la proposta di una mostra viene da altri, verifico la coerenza con i miei temi e la mia tecnica: devo sentirmela mia, corrispondente ai miei intenti, allora la accetto e collaboro per accordare, anche nell’allestimento, i miei punti di vista con quelli dell’organizzatore.

Se, guardando i miei lavori di un ciclo, nati da un’esperienza forte come, per es., il viaggio in Terrasanta, li immagino in mostra, davanti agli occhi di altri, mi attivo per cercare il contesto adatto. Esporre delle Croci in chiesa durante la quaresima o lavori dedicati al mare in uno spazio vicino alla spiaggia mi convince della bontà del progetto, perché si crea una naturale rispondenza fra “mittente” e “destinatario”.

 

Ci sono momenti preziosi, in cui senti qualcuno parlare di quello che hai dipinto e ricavarne stimoli e pensieri nuovi, che tu non avevi immaginato. Sono momenti in cui capisci che quel che hai messo su tela cammina per il mondo, tracciando da solo la propria strada.

 

ABC   Grazie Giancarlo.

 

UCAI  sez. Milano