Inaugurando una nuova sala espositiva della Biblioteca Apostolica Vaticana, Francesco sottolinea il valore della bellezza che non è l’illusione fugace di un’apparenza o di un ornamento. Ricorda che il cuore umano non ha bisogno solo di pane ma anche di cultura.
“non dobbiamo tralasciare di pensare e di parlare di bellezza, perché il cuore umano non ha bisogno solo di pane, non ha bisogno solo di quello che garantisce la sua immediata sopravvivenza: ha bisogno anche di cultura, di quello che tocca l’anima, che ravvicina l’essere umano alla sua dignità profonda. Per questo la Chiesa deve testimoniare l’importanza della bellezza e della cultura, dialogando con la particolare sete d’infinito che definisce l’essere umano… La vita è arte dell’incontro. Le culture si ammalano quando diventano autoreferenziali, quando perdono la curiosità e l’apertura all’altro”.
Sottolinea l’urgenza di quella che definisce “una nuova bellezza” di cui pone in risalto le peculiarità:
“Che non sia più il solito riflesso del potere di alcuni, ma il mosaico coraggioso della diversità di tutti. Che non sia lo specchio di un antropocentrismo dispotico, ma un nuovo cantico delle creature, dove trovi effettiva concretezza un’ecologia integrale”.
E conclude accennando alla necessità di passare dall’analogico al digitale, di tradurre sempre più il nostro patrimonio nei nuovi linguaggi.
Si tratta di affrontare una sfida storica “con saggezza e audacia” per “tradurre il deposito del cristianesimo e la ricchezza dell’umanesimo nei linguaggi dell’oggi e del domani”.