IL SEGRETO DELL’ARTE (Parte Terza)

“I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono, per tutta la terra

si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio”

 

Foto di Francesco Astiaso Garcia ©

 

 

Le parole del Salmo 18 sono un inno al creato, un inno alla bellezza come manifestazione della gloria e dell’amore di Dio. Il creato annuncia la sapienza e la presenza del Creatore, senza parole, senza che se ne possa udire la voce.

San Giovanni Paolo II a tal proposito disse: “Dio ha scritto un libro stupendo le cui lettere sono la moltitudine delle creature presenti nell’universo”; non tutti gli uomini però conservano la capacità di vedere il creato e riconoscervi l’impronta di Dio, perciò sono necessari gli artisti che non si limitano a mostrare le cose belle ma insegnano piuttosto a riconoscere la Bellezza, ad ascoltarne la voce, a ritrovare il senso semplice e profondo delle cose, ad entrare nella contemplazione del mistero.

Essendo dunque la capacità di vedere dell’uomo pericolosamente in declino, gli artisti hanno l’importante missione di favorire la scoperta di un nuovo sguardo, uno sguardo contemplativo, uno sguardo epifanico!

L’epifania è una rivelazione spirituale, un punto di non-ritorno in seguito al quale non è più possibile vedere le cose con gli occhi di prima. L’epifania svela i significati più profondi dell’esistenza, ci porta oltre l’apparenza delle cose.

 

La bellezza della natura non è frutto del caso ma di una sapienza amorevole che fa bene ogni cosa e ci riempie della sua presenza rassicurante. Dai tempi pagani fino ad oggi, innumerevoli scienziati e artisti, di ogni credo e appartenenza, studiando e osservando la natura, hanno scorto in tutte le sue sfaccettature le impronte digitali del Deus Absconditus, del Dio che si cela e al contempo si rivela, lasciando tracce, indizi, segnali della sua creazione.

Un bagliore del mistero divino è presente in tutto ciò che esiste, lo vediamo risplendere in un papavero, in una farfalla, in un ramo; tutto possiede una potenza rivelatrice! La bellezza, se meditata, ha la forza di risvegliare la spiritualità, mettendoci in contatto con la scintilla divina che è in noi, spesso nascosta e sepolta da troppi problemi terreni, e questo per l’uomo di oggi è più che mai urgente.

L’animo umano è abitato dal desiderio di trascendere tutti i limiti, la bellezza è fragile custode di questo insopprimibile anelito. L’umana esigenza della bellezza implica l’esistenza di una Bellezza ultima, lo spettacolo naturale è segno, analogia e prova che l’anima è destinata allo splendore dell’immortalità.

 

L’arte narra la gloria dei cieli, i cieli narrano la gloria di Dio!

Forse è per questo che qualche mese fa Papa Francesco ha detto: “Se è autentico, l’artista è capace di parlare di Dio meglio di chiunque, di farne percepire la bellezza e la bontà, di giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto”.

 

Francesco Astiaso Garcia