La Bellezza che Salva dalla Paura e dal Non Senso

L’esistenza è costantemente esposta al sacro ma la facoltà di vedere dell’uomo è in declino.  Abbiamo perso lo sguardo contemplativo sul mondo, lo sguardo capace di aprire una finestra sull’eternità e di unire tutto e tutti.

Francesco Astiaso Garcia ©

 

Tutti conosciamo bene la famosa espressione di Dostoewskij “la bellezza salverà il mondo“, ma in che senso la bellezza salva, come ci salva? Abbiamo bisogno di essere salvati? Se si, da cosa?

Sarebbe interessante se ciascuno provasse a dare una risposta a questi interrogativi!

Qualcuno potrebbe domandarsi: “con tutti i problemi concreti che ci sono nel mondo: il coronavirus, l’immigrazione, la crisi economica e ambientale, l’iva, lo spread… che senso ha parlare di bellezza?

Eppure sono convinto della necessità urgente di parlare di bellezza, la bellezza non spiega quale sia lo scopo della vita, ma ci assicura che ne esista uno, il nostro mondo ha una gran sete di bellezza.

 

Scrive Evgenij Trubeckoj:

Dov’è la bellezza per cui il mondo si salva, qual’è la potenza medicinale della bellezza? Nella difficile lotta che conduciamo in mezzo alle tribolazioni senza numero, che la forza della bellezza sia per noi fonte di conforto e di coraggio! Affermiamo e amiamo la bellezza! In essa s’incarna il senso della vita che non perisce.

L’uomo non può restare semplicemente uomo: deve trascendersi o piombare nell’abisso. Tutto questo dà la misura della grande lotta che stiamo conducendo; si tratta di salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos montante e l’assurdo“.

 

La bellezza è sempre una scoperta, un evento, un’epifania, qualcosa che accade, un incontro tra la nostra anima e il mondo. La verità che abita nell’uomo interiore è la medesima logica da cui proviene ed è retto il mondo. La risonanza tra la legge che si scopre in sé e la legge che governa il mondo, produce un’emozione profonda, un’esperienza estetica, questa è l’epifania che ci lascia intuire il legame imprescindibile tra la verità e la bellezza, il legame che unisce tutte le cose.

L’epifania rompe la visione miope del mondo e apre ad una capacità di visione ben più ampia e illuminata!

 

La contemplazione della bellezza tocca le corde più intime e più vere degli animi e porta con sé una forza trasformatrice e creatrice, una forza che attraverso la trasformazione del cuore e dello sguardo trasforma realmente anche il mondo; perciò credo nella necessità urgente di ritrovare uno sguardo contemplativo che ci permetta di vedere e di capire l’interdipendenza degli uomini e il loro comune destino.

Questa trasformazione personale interiore è il primo passo necessario per la trasformazione del mondo. Chi si è lasciato trasformare il cuore riacquista la libertà in Dio, trova la pace e la bellezza comincia ad esistere anche intorno a lui. Ciò rappresenta l’inizio di un processo.  Il rapporto con il mondo sfocia in una nuova creazione, in cui, grazie all’uomo redento, il mondo partecipa a tale redenzione. Questa liberazione trasforma tutti i rapporti.

 

Fare esperienza di autentica bellezza significa scoprire di far parte di una sorte più elevata che ci spinge ad un desiderio integrale di vita giusta e ci aiuta a riconoscere la nostra divina somiglianza, il nostro comune destino e la dignità di ogni persona. La bellezza può curare il nostro sguardo malato che non ci permette di vedere tutto come un dono offerto per scoprirci amati. La gratitudine ci porta al rispetto e alla cura verso la nostra casa comune e verso i nostri fratelli, coinquilini del mondo. In questo senso la bellezza ci salva; Custodire il creato significa custodirne la bellezza.

L’esistenza è costantemente esposta al sacro ma la facoltà di vedere dell’uomo è in declino.

Abbiamo perso lo sguardo contemplativo sul mondo, lo sguardo capace di aprire una finestra sull’eternità e di unire tutto e tutti.

La bellezza risveglia la nostra anima, la nostra vita spirituale e questo ci salva dal non senso e dal nichilismo, dall’avidità insaziabile, dalla sete di dominio e oppressione, ci salva dal materialismo e dall’affarismo quotidiano che ci toglie la gioia, ci salva dalla separazione e dalla chiusura verso gli altri in un mondo dove la logica identitaria è sempre più marcata e minacciosa. 

Tutti gli uomini si interrogano sul significato ultimo della Bellezza e possono intuire dietro la sua manifestazione un cammino privilegiato verso Dio

È necessario accompagnare l’uomo di oggi in un cammino di risalita dalla bellezza sensibile fino alla sorgente della bellezza, dalla natura alla grazia, dalla bellezza del fiore, alla bellezza del frutto cioè all’Amore.

L’amore è la bellezza per cui il mondo si salva, IL SALE DELLA TERRA che schiude la visione del Cielo dentro di noi e intorno a noi.

Un mondo che contiene bellezza è un mondo in cui la vita è degna di essere vissuta. Di fronte al dolore, all’imperfezione e alla transitorietà delle nostre affezioni e delle nostre gioie all’arte chiediamo di rassicurarci sulla sensatezza della vita in questo mondo e sulla redenzione della sofferenza. Ogni giorno, sotto i nostri occhi, si succedono delusioni, orrori e insensatezze, l’arte ci deve ricordare che la vita umana non è una beffa, una storia insulsa di nascita e decadimento.

Nella povertà del dubbio e della desolazione, dobbiamo poterci ancora aggrappare alla prospettiva della bellezza…e molto spesso le più belle opere d’arte emergono proprio dalla desolazione, accendono una luce nell’oscurità e mostrano l’amore che agisce nel mezzo della distruzione…La bellezza risveglia in noi la nostalgia di un’esistenza più perfetta. La bellezza ci ricorda che alle nostre esistenze qualcosa manca, qualcosa che non è possibile colmare con l’abbondanza materiale”. (Roger Scruton)

                                                                             Francesco Astiaso Garcia