“La Bellezza che fugge” – matita su pioppo – Francesco Astiaso Garcia ©
Quando penso allo scorrere del tempo e alla fugacità della bellezza sempre mi torna in mente la casa di cura a Madrid dove mio nonno ha dovuto trascorrere gli ultimi due anni della sua vita.
Un giorno entrando nella residenza, rimasi colpito da una bellissima mostra di fotografie in bianco e nero esposte lungo tutto il corridoio che conduceva alla grande sala dove gli anziani ospiti trascorrevano la maggior parte del tempo.
Tutte le fotografie rappresentavano volti di uomini e donne nel fiore della giovinezza, quanta bellezza in quegli occhi brillanti, in quei sorrisi pieni di fiducia, di sogni e di speranze.
Sono rimasto a lungo ad ammirare quelle foto sbiadite dal tempo, finché, giunto quasi alla fine del corridoio, chiesi curioso ad un’infermiera chi fosse l’autore di quelle fotografie e chi fossero i soggetti rappresentati, mi rispose sorridendo: “le persone ritratte sono i nostri ospiti quando avevano all’incirca vent’anni…se guardi bene c’è pure tuo nonno”.
Nel frattempo ero arrivato, aperta la porta del salone, eccoli lì quei ragazzi e quelle ragazze, 60 o 70 anni dopo, la maggior parte di loro in sedie a rotelle, ripiegati sotto il peso degli anni e della malattia…com’erano cambiati quei volti, com’erano diversi quegli occhi segnati dalle prove della vita, quanto velocemente era svanita la bellezza della giovinezza, quanto superficiale e vano il mio narcisismo.
La bellezza della giovinezza è forse proprio questa: un attimo fugace in cui ci illudiamo di essere eterni!
Francesco Astiaso Garcia