La testimonianza di chi ha offerto a Cristo le proprie mani d’artista
Quella di Alfredo Brasioli è stata una fede semplice, diretta ed a tutto tondo, formatasi della nativa Bovolone (VR) e accresciuta poi in Verona, grazie alla sua sensibilità artistica, di forti simboli, di raffinati dettagli e di impressionanti suggestioni tipiche dell’arte del tardo gotico veronese, da egli apprese ad esempio nella visione dell’affresco “San Giorgio e la Principessa” del maestro Pisanello nella Chiesa di Santa Anastasia.
Da queste prendono le mosse, nel suo animo, più alte azioni evocative e descrittive, cercando negli infiniti dettagli narrativi, insegnamenti a brani di vita e di fede! Poi la formazione nelle Accademia di Belle Arti di Verona “Cignaroli” e nella Accademia di Arti e Mestieri a Roma “San Giacomo”, lo introducono ufficialmente al mondo dell’arte!
Già a 19 anni, trasferitosi in Roma per i primi importanti impegni lavorativi, avviene l’incontro dirompente dal vero con le masse scultoree, sia dipinte che scolpite, di Michelangelo Buonarroti in San Pietro, con quelle del toscano Francesco Mochi nelle statue di Santa Veronica San Pietro e di San Paolo a Porta del Popolo, ed in quelle di Gian Lorenzo Bernini nell’Estasi di Santa Teresa e nella Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona. In tutte queste, ed altre meraviglie rinascimentali, manieriste e barocche, egli nota le sagome dagli ampi panneggi e le membra, che torcendosi sotto un vento impetuoso, si dilagano intorno, focalizzandosi poi proprio sui visi e soprattutto sulle sinuose mani.
E le mani appunto, che egli quasi per farsi coraggio omaggia con centinaia di schizzi al vero, divengono per lui traboccanti segnacoli pieni di sentimento, pregni di pathos e pervasi di una fede sentita!
Più tardi un’altra immagine sacra lo attrae in Roma e lo introduce alla pura e più alta dialettica dei gesti multidirezionali, dai significati intensi. É la tela del pittore veneziano Carlo Saraceni che rappresenta San Carlo Borromeo in una luminosa cappella in San Lorenzo in Lucina. È qui che l’estetica delle mani, concentrate e focalizzate al centro della scena mentre si stringono intorno alla Santa Croce, diventano per lui pulsante strumento di testimonianza di fede! Se ne convince disegnando ed esperienziando in sé molteplici volte, durante la assidua partecipazione alla S. Messa vespertina delle domeniche! E davvero tutto questo serrato rapporto diventa la sua preghiera intima, il suo dialogo con la Fede, e appagano e giustificano il suo offrire al Cristo le proprie mani di artista nella bellezza del Suo Amore …”le mie mani nelle TUE MANI”!
Con la assidua frequentazione di tanti musei e di tantissime chiese di Roma e degli immediati dintorni, e con la fruizione dell’immensa, ed in continua espansione biblioteca artistica personale, avvengono gli “incontri” con le mani nell’arte di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Alfredo intuisce, studia e analizza come le mani possano veicolare simbolicamente messaggi sociali, culturali e politici e di fede fondamentali. Sufficiente ricordare i suoi “dialoghi” con il dito indice levato della suggestiva mano marmorea della statua colossale di Costantino ai Musei Capitolini (quello che Svetonio chiamava digitussalutaris). Conosce l’eleganza grafica delle mani di Sandro Botticelli. Apprezza il lavoro di Leonardo da Vinci e lo attraggono i suoi studi di anatomia preamboli per realizzare i capolavori più importanti dove le mani sono al centro della scena come nella Dama con l’Ermellino e nel Salvator Mundi. Secoli di capolavori, scorrono sotto i suoi occhi e lo portano a conoscere le opere di Albrecht Dürer, forse il più noto e affermato “studioso” delle mani, passando per Vincent Van Gogh, con il suo “Studio di mani”, fino ad Henry Moore con la sua opera “Le mani dell’artista” oltre allo studio delle mani dello scrittore Moravia realizzato da Renato Guttuso. Infine incontra le mani nella grafica con le “mani che disegnano” di Escher, come pure nella grafica segnaletica. Poi le mani nella fotografia artistica che costituiscono paragrafi importanti dove avviene la sintesi di una parte del corpo umano con il messaggio che divulga.
Si fortifica in lui la convinzione che le mani, dunque, sono pura estensione, visibile e tangibile, del senso mistico e sacro. Strumenti essenziali della trasmissione del significato di appartenenza ad uno stato dell’animo e di un ruolo sacro nel mondo. Del resto, ben comprende che con l’imposizione delle mani si accede ai Sacramenti e con le mani giunte si prega. Sono piene dunque di gesti e linguaggi di significativa universalità che, nota sulle centinaia di pubblicazioni e decine di enciclopedie presenti nel suo studio, interessano diverse religioni e culture in ogni parte del mondo.
Le mani diventano per Alfredo la sua chiesa intima, intesa come tenutaria della fede sempre con sé, umilmente ed immensamente al contempo! Le innalza al cielo e con essa sfiora materiali e forme, impasta colori, plasma argille ed impugna matite e pennelli!
Per lui, la mano è stata davvero l’estensione della mente e dell’animo degli uomini, e lo strumento fisico primo dell’evoluzione umana. Notava, sui libri naturalistici e dal vero nel giardino zoologico di Roma come i mammiferi primati, scimpanzé e gorilla, seppur simili a noi avessero mani “piatte” e come invece il nostro “pollice opponibile” conferisca una forza ed espressività tutta ed esclusivamente umana!
Spesso Alfredo fermava, cortesemente ovviamente, familiari, conoscenti ed amici e ne ritraeva, con tratto veloce, discreto ed incisivo, le mani! Dai bimbi agli anziani, dagli sportivi ai malati per lui ogni mano, era un singolare e molteplice monumento umano, dono di Lui!
E così furono migliaia e migliaia le mani disegnate nel corso della sua produttivissima vita artistica. Tutte assolutamente corrette anatomicamente e espressivamente sensazionali! Le sue bellissime centinaia di mani disegnate, pitturate o scolpite, si sfiorano, si intrecciano, si contrappongono rappresentando un infinito vocabolario gestuale-iconografico stracolmo di pathos!
Parafrasando l’architetto Mario Ridolfi egli diceva spesso che faceva chilometri di disegni di mani. Disegni che nessuno ha mai visto, “provati” solo per sé! Perché il disegno è sempre stata per Alfredo una verifica del suo intimo pensiero ed anche una vera e propria costruzione ante litteram in sé stesso, nel suo animo ancor prima che sul foglio di carta. Un modo per sentirsi le mani, di quel che doveva rappresentare, come le sue stesse., vive. Come quelle di un direttore d’orchestra e di un violinista al contempo, capaci di dirigere, creare e comunicare sensibilità e musica intorno! E cosi se per Johann Wolfgang von Goethe, “l’architettura è musica congelata”, per Alfredo le mani sono state “musica gassosa” capace di espandersi, cariche del loro significato, nell’immediato intorno, di permeare la scena, di sublimarsi nell’animo!
L’attenta lettura dei passi del Vangelo da descrivere nelle illustrazioni commissionatogli dai vari autori ed editori per i quali lavorò, si catalizzava e sublimava nelle mani del Cristo, o dei personaggi della scena! Infatti dopo aver squadrato diligentemente il foglio nelle proporzioni adatte agli impaginati, ed accennato alle masse compositive principali, egli iniziava a dettagliare le mani. Come il primo colpo di scalpello sul marmo, come la prima incisione sulla lastra litografica,
come il primo tocco di colore nella tela! Alfredo imprimeva quindi nelle mani la summa iniziatica e fondante del messaggio evangelico da comunicare. E da lì, per sempre! Un Cristo benedicente, un Cristo sofferente, un Cristo tormentato o un Cristo misericordioso traspariva principalmente dalle condivisionevoli mani!
Per concludere posso, riferendomi alle parole dei Pontefici che accompagnarono la sua intensa vita artistica (dai primi anni ’50 fino alla fine della sua esistenza terrena). Alfredo ben comprese, forse proprio già da bimbo, di avere un dovere, quello di esprimere l‘arte come sorgente affabile di speranza nuova (PIO XII), e che essa doveva essere utile per disporre gli animi ai prodigi della grazia (Giovanni XXIII). Egli si impegnò davvero a diventare con le proprie opere ponte fra il mondo religioso e spirituale e la società (Paolo VI). I suoi disegni vollero essere sempre come pellegrini e missionari diretti a trovare tutti, a portare la pace (Giovanni Paolo I). Alfredo fece tutto questo implorando da Dio quello “spirito divino” per rendere spiritualmente fecondo il proprio indubbio talento naturale (Giovanni Paolo II). Soprattutto chiese di essere, attraverso la propria arte e specialmente i propri bellissimi disegni di mani, instancabile annunciatore e testimone di speranza per i propri lettori ed ammiratori, per l’umanità tutta. (Benedetto XVI). L’arte di Alfredo ci ha offerto una possibilità in più per ben capire che annunciare, seguire e credere in Lui, non è solamente cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. (Francesco).
Tutte le sue migliaia di bellissime mani disegnate ci abbracciano e si accompagnano amorevolmente in tutto questo, e ci aiutano ad aprire, anzi spalancare senza paura, le porte a Cristo. Ora, qui e per sempre!!
Paolo ed Elena Brasioli