L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ARTISTA

“Essere artista è una chiamata a cui vi chiedo di non resistere”

Rita Duchi

 

Spensieratezza opera di Alice Bontempi presso la mostra Nodi a Villa Galnica a Puegnago del Garda a cura della sezione UCAI di Brescia da sinistra: Francesco Visentini (presidente), Rita Duchi (vicepresidente), Graziano Trainini (membro del direttivo), Giuseppe Fusari (socio)

 

Per crescere è fondamentale avere fantasia. Il momento in cui ci sentiamo più liberi di fantasticare è certamente l’infanzia, quando non abbiamo ancora le responsabilità che determinano il passaggio all’adolescenza, fase in cui ci viene insegnato che il nostro compito è di applicarci alla formazione scolastica. Adolescenza che sfocia poi nell’età adulta in cui specializzazione, lavoro e affetti prendono forma assieme a oneri e doveri. Bruno Munari scriveva: “la fantasia è la facoltà più libera delle altre, essa infatti può anche non tener conto della realizzabilità o del funzionamento di ciò che ha pensato”. Se è vero che la crescita dell’individuo continua per tutta la sua vita, non possiamo permetterci di perdere fantasia, in quanto è il meccanismo principale per tessere relazioni tra ciò di cui già abbiamo esperienza e ciò che ancora deve essere inventato.

 

Non solo la storia dell’arte ma anche tanti esperti in comunicazione e design ci confermano che nella creatività confluiscono tutti gli aspetti di un problema per essere elaborati in una soluzione che tenga conto dell’immagine fantasiosa, della funzione della nuova invenzione, e dell’aspetto psicologico sociale economico e umano di un metodo di progettazione per risolvere problemi collettivi. La domanda ora sorge spontanea: chi se ne deve occupare? Chi può proseguire da adulto a rispondere con fantasiosa audacia alle domande più disparate che l’umanità può porsi? Come docente, prima ancora che membro dell’U.C.A.I., rispondo: tutti! Perché tutti noi siamo chiamati ad interessarci del mondo.

 

Incalzatemi con la domanda successiva: come darsi da fare? Prendete appunti perché ora si entra nel vivo. Per poter creare bisogna essere istruiti per “non diventare ridicoli o balbuzienti o aberranti” disse Papa Paolo VI nell’omelia della messa degli artisti del 7 maggio nel 1964. Prosegue così: “e poi c’è bisogno del laboratorio, cioè della tecnica per fare le cose bene”. Dallo sportivo al matematico al cuoco, sappiamo che è con l’esercizio che si acquisisce capacità e competenza. Applicarsi, andare oltre, volere di più che 15 o 60 secondi che dir si voglia di storie sui social. Al sapere e alla tecnica Paolo VI aggiunge un terzo fondamentale ingrediente: la sincerità, e quella a cui alludeva era una sincerità non solo di professione di fede ma anche di contenuti, una limpidezza della personalità che faccia intravedere sé stessi. Fa paura vero? Ed è per questo che serve carisma, attitudine, audacia.

 

Personalmente aggiungo anche che serve amore e fiducia per la vita. Nell’antichità i lavori nascevano dall’urgenza di sopravvivere, per cui c’era chi imparava a cacciare, a coltivare, a costruire ripari e utensili. Il benessere sociale si estendeva così a fini essenzialmente non materiali e i lavori iniziarono a chiamarsi professioni o vocazioni. Appartenere ad una professione aveva un significato completo, quasi spirituale. Appartenervisi indicava essere una persona dedita con la propria vita a dei valori e a degli ideali. L’invito che faccio a me stessa, ai miei alunni di scuola d’arte e a tutti voi è di andare oltre al proprio interesse e rispondere ad una vocazione.

 

Vox, dal latino, è una voce che chiama. Avere una vocazione significa avere una mansione che si è tenuti a svolgere per ragioni che vanno al di là dei bisogni materiali, ed essere artista è una chiamata a cui vi chiedo di non resistere. “È l’Io che si trova nella sua sintesi più piena e più faticosa, se volete, ma anche la più gioiosa” diceva ancora Paolo VI, e vi posso assicurare che ad ogni inaugurazione di mostra, anche dopo allestimenti tribolati, non manca mai il sorriso sul volto dell’artista.

Rita Duchi

Vicepresidente U.C.A.I. di Brescia