LUCENTE STELLA DEI NAVIGANTI

 

 

 

 

La cattedrale di San Benedetto del Tronto nelle Marche è, giustamente, dedicata a Santa Maria della Marina: una città marinara non poteva scegliere un titolo più idoneo per venerare la Madre di Gesù e degli uomini. La chiesa ottocentesca è, potremmo dire, inglobata dall’immagine della Vergine Santa. Infatti è preceduta sui gradini della facciata dall’immagine di Maria con l’invocazione «Vergine Santa, Stella del mare, prega per noi» e si conclude con il grande affresco che Ugolino da Belluno, frate cappuccino e artista, nel 1993 dipinse nell’abside, al culmine di una fuga di pilastri. Ugolino da Belluno vi ha realizzato una scena grandiosa.

In un vasto mare dalle onde increspate si delinea, come una nuova sorgente di vita, una forma ovale, con la scena della Trasfigurazione di Gesù nella fascia superiore e, nella parte centrale, Maria e il bambino in trono. Una zona inferiore dell’affresco vede la Chiesa che continua a “navigare” sul mare agitato della storia. Un forte radicamento sul territorio è espresso in tutte e tre queste fasce: infatti vi compaiono costantemente i santi, i beati, i servi di Dio e i papi marchigiani, oltre alla figura di Giovanni Paolo II, il pontefice dell’epoca. Anche le vele delle navi, di vario colore e contrassegnate da stemmi, riconducono lo sguardo alla concreta realtà ambientale e alle tradizioni marinare della città.

Lo stile di Ugolino si colloca all’interno della grande tradizione pittorica dell’arte religiosa italiana, ma, nello stesso tempo, la rinnova, imbevendola di un linguaggio fortemente contemporaneo. In tal modo, passato e presente si incontrano in questo affresco, con tutta la ricchezza iconografica del primo e tutte le inquietudini culturali ed esistenziali del secondo. In un tessuto di linee spezzate e nervose, l’ovale del centro si armonizza perfettamente con lo spazio dell’abside, generando un dialogo tra la storia e la gloria, tra energie centrifughe e dinamiche centripete. Nella fascia centrale l’immagine della Vergine Maria, accompagnata da una danza di angeli in volo, è seduta su un trono i cui braccioli sono formati da una torre civica e da un campanile: sono due tra i monumenti più significativi della cittadina umbra, la torre dei Gualtieri e il campanile della chiesa di San Benedetto.

Madre della Chiesa e regina della città terrena, è attorniata dalle figure dei servi di Dio del territorio diocesano, i cui nomi sono scritti in appositi cartigli. Nelle vesti del francescano Simone Filippovic, di origine bosniaca ma vissuto nelle Marche, è raffigurato il vescovo dell’epoca, con in mano il modellino della cattedrale. L’immagine di Maria è molto complessa sotto l’aspetto artistico e teologico. È come se la vedessimo a due livelli: quello in primo piano ci presenta l’umile donna di Nazareth che abbraccia il suo bambino; in secondo piano, invece, appare la Madre di Dio, la theotòkos, che la secolare tradizione cristiana ha cantato in tutte le forme della solennità e della bellezza. Non sono due personaggi diversi, ma è lo stesso personaggio in due modalità diverse della sua esistenza: la modalità della storia e la modalità della gloria. Il passaggio dall’uno all’altro di questi stadi è reso possibile dalla trasfigurazione del Figlio: Maria è investita dalla stessa luce della trasfigurazione, partecipa a questa trasfigurazione e la sua vicenda terrena si iscrive all’interno di un’icona gloriosa.

L’umile serva è la Madre di Dio! Anche da un punto di vista figurativo, la Vergine, come narrano gli Atti degli Apostoli, è l’educatrice della comunità cristiana. Ella, che, come e prima degli altri credenti, ha continuato la sua peregrinazione nella fede, partecipa alla comunione con Gesù risorto e continua a condividere il cammino dei suoi figli nel mondo. Una celebre pagina dell’Apocalissenarra la visione di una donna vestita di sole, incoronata regina al di sopra delle alterne vicende del mondo, ma nello stesso tempo partecipe a queste vicende (Ap 12).

Questa solidarietà di Maria con noi è sottolineata dal modello iconografico che Ugolino ha scelto per indicare la gloria delle Vergine: è il modello della Eleoùsa, cioè la madre della tenerezza, che abbraccia il Figlio e, nel Figlio, abbraccia tutti noi. Perciò, dal suo trono di gloria, Maria continua il suo ruolo di mediatrice e di interceditrice, perché la sua è una presenza continuativa nel mondo.

Nostra contemporanea, continua ad assistere i suoi figli e ci accompagna nel cammino della lode e nel travaglio della sofferenza. Il dipinto di Ugolino ci insegna che l’influsso di Maria sulla Chiesa è immenso: è un influsso di maternità, di regalità e di mediazione; ella è modello di vita cristiana e segno di speranza e di bellezza in un mondo di incertezza, di peccato e di tenebra.

Maria è la manifestazione esemplare di come Dio agisce e di come noi possiamo rispondere a lui nella fede, nella speranza e nell’amore. La Chiesa tutta, perciò, da sempre le tributa un culto di venerazione, perché Madre di Dio; di amore, perché madre nostra; di gratitudine, perché nostra benefattrice; di invocazione, perché mediatrice di ogni bene; di imitazione, perché tutta santa e immacolata; di affettuosa servitù, perché regina del cielo e della terra; di totale affidamento a lei, stella del mare e dominatrice delle tempeste.

Vincenzo Francia