Le Catacombe romane di Priscilla ospitano le prime immagini di Maria. Queste raffigurazioni, con altre documentate nell’arte paleocristiana, nonostante l’enorme sviluppo successivo si conserveranno fino ai nostri giorni. Lo avvertiva, tra gli altri, Adolfo Venturi: «L’arte cristiana delle catacombe prelude al Rinascimento, segna le forme che più tardi splenderanno in piena luce, determina tipi e rappresentazioni che poi il Medio Evo ora nasconde, ora traveste, e che l’età moderna discopre e ravviva». La prima arte mariana, dunque, riveste quasi un carattere paradigmatico. Troveremo, così, la presenza della Vergine nell’Adorazione dei Magi, nell’Annunciazione e nelle scene del Natale. L’arte paleocristiana ci offre, dunque, questi principali modelli compositivi: a) Maria è con il Figlio, in un gruppo a sé stante; b) la Vergine è inserita nella narrazione di un episodio.
Il rapporto tra Madre e Figlio assumerà, soprattutto nella prassi dell’arte cristiana orientale e bizantina, quattro principali articolazioni facilmente riscontrabili nelle icone: 1) il modello della odegìtria (= colei che indica la strada): Maria regge il Bambino con un braccio, mentre con l’altra mano lo indica ai fedeli come la via da seguire; 2) la eleùsa (= colei che ha misericordia): la Madonna abbraccia il Figlio in un gesto di tenerezza; 3) la platitera (= colei che è più ampia dei cieli): la Madre ha il Bambino, a volte inserito in un medaglione, al centro del proprio corpo, sul seno; 4) la kyriotissa (= colei che domina, l’imperatrice o la regina): Maria è seduta con il Bambino Gesù poggiato sulle gambe all’altezza del grembo, quasi ad alludere delicatamente all’origine della sua presenza nel mondo e all’infinita dignità della Donna dalla quale egli ha assunto la natura umana.
Alla diffusione delle immagini mariane contribuì anche la tradizione che vedeva nell’evangelista Luca il primo «ritrattista» di Maria. Nonostante la celebre affermazione di S. Agostino («Non conosciamo il volto della Vergine Maria»: cf De Trinitate VIII, 5), si andava diffondendo la convinzione che Luca, evangelista mariano per eccellenza, aveva ritratto le vere sembianze fisiche della Madre di Dio: ogni artista chiamato a riprodurre la Santa Vergine non avrebbe potuto prescindere da questo prestigioso modello originario. Un ulteriore sviluppo della leggenda aggiungeva che l’evangelista aveva dipinto solo la veste della Madonna, perché il volto di lei sarebbe stato realizzato in realtà da un angelo. Nasce in tal modo la tradizione delle Madonne acheropite, cioè, letteralmente, «non dipinte da mano di uomo» ma donate all’umanità dal cielo. Questa immagine lucana e alcune sue copie erano custodite a Gerusalemme e successivamente a Costantinopoli. Un esemplare giunse a Roma nel V secolo: attualmente è conservata nella sagrestia di S. Maria Nova al Foro Romano ed è la più autorevole tra le cosiddette Madonne di S. Luca.
Quanto all’aspetto fisico di Maria, c’è da sottolineare l’estrema sobrietà della tradizione ecclesiale. Ciò che costantemente è emerso lungo la storia è il ritratto teologico, morale e simbolico della Vergine e anche i pochissimi scrittori che si sono interessati all’aspetto fisico in realtà lo hanno descritto più con categorie allegoriche che fisionomiche: sia Epifanio di Gerusalemme, monaco dell’XI secolo, sia Niceforo Callisto, teologo del XIV, hanno evidenziato in lei un’altezza fisica non elevata, la carnagione ambrata, i capelli biondi, gli occhi chiari e belli, le sopracciglia nere, il viso fine, il naso proporzionato, le labbra piene, le mani con dita affusolate. Senza dubbio questi elementi hanno influito sul complesso iconografico; ma è soprattutto il tentativo di manifestare una bellezza assoluta, la «tutta santa» e la «tutta bella», corrispondente nel modo più alto possibile all’ideale classico del «kalòs kaì agathòs» (= bello e buono), a costituire il vero stimolo per la realizzazione artistica.
Più raro è un altro schema, che tuttavia avrà un certo successo quando si vorranno esprimere altri aspetti della mariologia non ancora maturi nella Chiesa antica: Maria è effigiata da sola, in atteggiamento di preghiera oppure di accoglienza e protezione nei confronti dei credenti.
Questi modelli fondamentali fanno la loro apparizione nella cristianità antica e costituiscono la struttura di base praticamente di tutte le immagini mariane. Essi cercano di manifestare, con tutte le varianti che di volta in volta saranno ritenute opportune o addirittura necessarie, la consapevolezza della fede della Chiesa nei confronti della persona e della missione di Maria.
Vincenzo Francia