MARIA DI NAZARETH NELL’ARTE FIGURATIVA (3 di 3) Principali schemi compositivi

 

 

Triumphal Arch Mosaics Basillica di Santa Maria Maggiore, Rome, Italy

Dopo il periodo delle catacombe e il primo entusiastico impulso della svolta costantiniana, il Concilio di Efeso (431) segna una data importantissima nello sviluppo dell’arte mariana: da allora in poi i committenti e gli artisti gareggeranno nella scelta dei soggetti e nella loro resa estetica per manifestare la gloria della Madre di Dio.

Segno di questo imponente interesse mariano, che si inseriva in una già vivace disponibilità, è l’edificazione della basilica di S. Maria Maggiore in Roma, iniziata e sostanzialmente compiuta durante il pontificato di Sisto III (432-440). La basilica, nella sua struttura e nel suo meraviglioso apparato decorativo, è una mirabile sintesi di diversi aspetti della nostra problematica: in essa, infatti, si intrecciano certezze storiche e tradizioni popolari, pagine bibliche e leggende apocrife, modelli teologici e usanze sociali. Un altro fatto importante accade in questa basilica: per la prima volta in forma solenne particolari episodi vengono collegati in una sequenza narrativa. Questo fenomeno, che già si era notato su singoli sarcofagi, riceve sulle pareti della grande basilica la sua consacrazione ufficiale. Nascono, in tal modo, i cicli mariani, che avranno un grande sviluppo nelle future realizzazioni artistiche. Nella basilica romana il ciclo inizia con la scena dell’Annunciazione per culminare nella Visita dei magi a Erode.

Pochi anni dopo (nel 476 d. C.)  tramontava l’impero romano d’occidente e, con esso, il mondo antico; ma la parte orientale dell’impero sopravvivrà ancora molto a lungo. La comunità cristiana continuerà il suo cammino attraverso i tornanti della storia, accogliendo nel suo grembo i popoli “barbari” e incarnando il vangelo anche nelle loro culture e sensibilità. Ma, se per secoli la cristianità camminerà in un modo sostanzialmente compatto, ad un certo punto essa si spaccherà in due tronconi: il 1054 segna la data di questo “divorzio” tra la cristianità occidentale e quella orientale, separazione ancora oggi non sanata.

Tra le varie conseguenze di questa disgregazione, ce n’è una che ci interessa direttamente. Mentre la Chiesa orientale continuerà a produrre raffigurazioni in modo da trasmettere il messaggio secondo un codice e uno stile ormai stabilizzati, la Chiesa occidentale inizierà a percorrere un’altra strada: l’unico messaggio evangelico e il codice visivo che lo comunica verranno riproposti secondo stili e modalità estetiche estremamente varie. Nasce, così, l’arte del Rinascimento e della Modernità, che sfocerà fino ai nostri giorni.

Anche (e forse soprattutto) la raffigurazione mariana risentirà di questi passaggi stilistici e si esprimerà in modalità sempre più diversificate. Tentiamo di abbozzare una catalogazione, di tipo descrittivo, delle immagini mariane:

 

  1. Maria con Gesù bambino.
  2. Maria con Gesù adulto.
  3. Maria con la SS. Trinità o solo con il Padre e lo Spirito Santo.
  4. Maria nella Santa Famiglia.
  5. Maria e la Chiesa: maternità e mediazione.
  6. Vita di Maria, comprendente anche l’Albero di Iesse e la Sacra Parentela (i Ss. Anna e Gioacchino e altri familiari).
  7. Maria con persone: angeli, santi, profeti, diavoli, uomini e donne.
  8. Maria con elementi della natura o con oggetti: animali (anche mitologici, come l’unicorno), piante, fiori, fenomeni atmosferici, il «mulino eucaristico».
  9. Maria come singola persona: donna, verginità, immacolato concepimento, Madonna del parto.
  10. Tipi, simboli e titoli mariani.
  11. Feste mariane.
  12. Santuari mariani.
  13. Devozioni mariane, miracoli e leggende.
  14. Reliquie mariane e immagini miracolose.
  15. Maria nella fase escatologica: glorificazione della Vergine, donna dell’Apocalisse, interceditrice.
  16. Apparizioni mariane.
  17. Colori, vesti, postura, mimica, sigle, cartigli con testi letterari, particolari attributi.

 

Alcuni di questi soggetti iniziano a comparire, come si diceva, fin dal periodo paleocristiano; altri invece irrompono nel repertorio iconografico durante il medio evo; altri ancora sono maggiormente espressivi della moderna spiritualità mariana.

In genere tutta l’iconografia mariana dipende, come sua fonte ultima, dalla fede e dalla teologia; ma non è affatto da trascurare il notevole stimolo che essa riceve anche dalla devozione popolare.

Vincenzo Francia