Il commovente monologo di Domenico, “il matto” del film Nostalghia di Andrej Tarkovskij, mi ha fatto pensare ad un magnifico testo tratto dall’antica sapienza cinese in cui ci si interroga su cosa significhi ritornare ai valori della natura. Credo possa essere interessante leggere i due testi a confronto per riflettere sull’universalità della condizione umana, soprattutto oggi, in un mondo che vuole ripartire dall’uomo ma stenta a capire fino in fondo cosa sia pienamente umano!
Nel capolavoro cinematografico di Tarkovskij, uno dei protagonisti ritenuto folle, esprime drammaticamente l’angoscia, le ansie e il male di vivere dell’uomo che ha perso i grandi maestri, e con essi, la dimensione profetica e la capacità di sognare. La sua è una denuncia rivolta alle contraddizioni e alle irrazionalità dei cosiddetti normali che hanno trascinato il mondo sull’orlo della catastrofe. Come non commuoversi innanzi all’urlo disperato di chi non è più disposto ad assecondare come normalità l’inclinazione della natura umana verso la rovina e il degrado!
Allo stesso tempo le sue parole costituiscono un forte invito a risvegliare le potenzialità assopite dell’anima, ritornando alla perduta innocenza. L’umanità è a rischio, l’alternativa al grande baratro è quella di “tornare al punto dove abbiamo imboccato la strada sbagliata. Bisogna tornare alle basi principali della vita, senza sporcare l’acqua”. Il suo monito è di stringente attualità: “basterebbe osservare la natura per capire che la vita è semplice”. Dobbiamo tornare a dare importanza alle cose piccole, ascoltare le voci che sembrano inutili, dobbiamo guardarci negli occhi, prenderci per mano cercando empatia ed unità, solo così sarà possibile superare divisioni e pregiudizi, solo così vedremo le differenze come un valore, solo così torneremo a sognare:
-“Quale antenato parla in me? Io non posso vivere contemporaneamente nella mia testa e nel mio corpo. Per questo non riesco a essere una sola persona. Sono capace di sentirmi un’infinità di cose contemporaneamente. Il male vero del nostro tempo è che non ci sono più i grandi maestri. La strada del nostro cuore è coperta d’ombra. Bisogna ascoltare le voci che sembrano inutili, bisogna che nei cervelli occupati dalle lunghe tubature delle fogne, dai muri delle scuole, dall’asfalto e dalle pratiche assistenziali entri il ronzio degli insetti. Bisogna riempire gli orecchi, gli occhi di tutti noi di cose che siano all’inizio di un grande sogno. Qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi, non importa se poi non le costruiremo. Bisogna alimentare il desiderio, dobbiamo tirare l’anima da tutte le parti come se fosse un lenzuolo dilatabile all’infinito. Se volete che il mondo vada avanti, dobbiamo tenerci per mano. Ci dobbiamo mescolare, i cosiddetti “sani” e i cosiddetti “ammalati”. Ehi, voi sani, che cosa significa la vostra salute? Tutti gli occhi dell’umanità stanno guardando il burrone dove stiamo tutti precipitando. La libertà non ci serve, se voi non avete il coraggio di guardarci in faccia, di mangiare con noi, di bere con noi, di dormire con noi. Sono proprio i cosiddetti sani che hanno portato il mondo sull’orlo della catastrofe. Uomo, ascolta: in te acqua, fuoco e poi la cenere e le ossa dentro la cenere, le ossa e la cenere. Dove sono? Quando non sono nella realtà e neanche nella mia immaginazione? Faccio un patto col mondo: che ci sia il sole di notte e nevichi d’agosto. Le cose grandi finiscono, sono quelle piccole che durano. La società deve tornare unita, e non così frammentata, basterebbe osservare la natura per capire che la vita è semplice e che bisogna tornare al punto di prima, in quel punto dove voi avete imboccato la strada sbagliata. Bisogna tornare alle basi principali della vita, senza sporcare l’acqua. Che razza di mondo è questo se è un pazzo che vi dice che dovete vergognarvi? Adesso, musica!” (dal film Nostalghia di Andrej Tarkovskij)
Di seguito vi riporto la traduzione del testo tratto da antichi scritti cinesi:
-“Ritornare alla Natura, ritornare ai valori della Natura. Questo è lo scopo di questo secolo che ha portato l’uomo ad eliminare dalla sua vita la Natura per scientifizzare tutto. Dietro di essa vi è una mente universale che per noi cinesi è il Tao, che per voi cristiani è Dio. L’uomo è riuscito a modificare la Natura, a cambiarla. È riuscito a distruggerla, ma comunque la Natura esiste: il mare, il bosco, anche se inquinati, anche se pieni di scorie comunque resistono perché è la forza che li compone che non si distrugge, ma muta continuamente. Questa è la forza dell’Universo. Questa è la forza della Natura.
I fiori, gli alberi, l’erba, tutto parla dell’Universo. Basta saperlo ascoltare, basta saperlo comprendere, e basta viverlo. Quando siete tristi, depressi, stanchi, svogliati, rivolgete il vostro sguardo al Cielo, all’Universo. La Verità vi romperà dentro. Forse vi farà piangere, forse vi farà ridere, forse vi farà discutere, ma ricordatevi che è la Verità e la Verità unisce l’Oriente e l’Occidente. La Verità unisce tutti e tutto. La Natura rinasce, risorge, sente l’attrazione di andare, per compiere il suo cammino. Ma anche ogni uomo dovrebbe sentire questa attrazione, questa rinascita. Ogni uomo dovrebbe capire i suoi errori fatti per mancanza di luce, e riabilitarsi e andare al di là. Questa è la Rigenerazione. Questa è la Resurrezione. Questo è ciò a cui voi dovete tendere”. (Huang Ti Mo-Tzu)
Francesco Astiaso Garcia