Sulle Orme di FRANCESCO e il SULTANO: veramente FRATELLI TUTTI, con arte!

 

UCAI è l’acronimo di Unione Cattolica Artisti Italiani.
Quest’anno, in occasione delle riflessioni che accompagnano la
Santa Pasqua, abbiamo voluto concentrarci su una delle parole
che compongono questa sigla. In greco, καϑολικός (katholikós)
ha il significato di “universale”: il linguaggio artistico è
universale, il messaggio cristiano è universale, la Parola di Dio
è universale.
Abbiamo chiesto a tre artisti di riflettere sull’universalità
dell’arte, che sa esprimere come nessun altro mezzo la potenza
e il mistero della Parola. L’abbiamo chiesto a tre artisti che
sperimentano linguaggi molto diversi tra loro, ma che sono
accomunati dal profondo sentimento religioso che i loro lavori
esprimono: Ahmed Mohsen, che dopo essere stato influenzato
dalla Metafisica, dal Surrealismo e dall’Impressionismo, ha
cominciato a sviluppare un’arte Concettuale Islamica di cui è
pioniere in Italia; Eyas Alshayeb, che attingendo dai più
importanti maestri ha portato l’arte della calligrafia araba ad
un’eleganza unica; Alia Himmat, architetto che dal 2020
dipinge fondendo l’esperienza di progettista e l’arte islamica in
una chiave contemporanea e minimale.
Ne è risultata una mostra nuova, diversa, che tocca le corde più
profonde della spiritualità di ogni credente. Vi vogliamo
proporre qualche fotografia, ma soprattutto un testo: una
riflessione a quattro mani donataci da due giovanissimi dottori
in Filosofia che ci hanno aiutato a dare una lettura universale
all’esposizione.

Francesco Visentini
(Presidente UCAI Brescia)

 

Ghurfa – una manciata d’inchiostro
La storia umana ruota attorno a un cardine preciso: la parola
(kalima).
Dal verbo creatore divino alla trasmissione del sapere umano,
la parola si è da sempre palesata con l’inchiostro, quest’ultimo
sangue dei pensieri e respiro dello spirito che si collega con
l’oltre.
L’artista attinge al flusso di inchiostro, prende una manciata di
mare con le mani come se fossero in preghiera, in attesa: da qui
Ghurfa, termine arabo classico che indica il gesto delle mani
quando raccolgono l’acqua, un segno che non esprime una
quantità precisa bensì un simbolo.

«Iddio vi metterà alla prova con l’acqua di un fiume, e chi
ne berrà non sarà dei miei, mentre chi non ne gusterà
affatto,a meno che non ne prenda un sorso nel cavo della
mano, sarà dei miei»
Sura della Vacca v.249
Le parole del divino che diventano ora carne, ora vita, sono
infinite, com’è infinito il flusso che sempre crea e sempre
distrugge, che porta al sacro e dal sacro arriva a noi.
Da questa corrente l’essere umano può abbeverarsi come da una
sorgente sempre limpida, cercando un contatto con l’oltre che
per sua natura sfugge lasciando all’uomo solo gocce in una
mano.

Quanta vita ogni essere umano può raccogliere nel tempo che
ha sulla terra?
Ogni mano porta con sé una parte di mare, ognuna con la sua
grandezza e ognuna con i suoi solchi.
La Ghurfa porta con sé il cambiamento del tempo scritto sulle
mani raccolte in segno di umiltà, in attesa di ricevere una
verità.
«Di’: “se il mare fosse inchiostro per scriver le parole del
Signore, si esaurirebbe il mare prima che s’esaurissero le
parole del Signore, se anche portassimo un mare nuovo
ancora in aiuto»
Sura della caverna v.109
Così come l'acqua del mare non è abbastanza per contenere le
parole del divino l’essere umano porta con sé la consapevolezza
di non poter contenere più di quel che gli è concesso.

«E l’ordine Suo quando Egli vuole una cosa non è che dirle:
“Sii!”, ed essa è»
Sura Ya-Sin v.82
La creazione attraverso la parola è comune a tutte le antiche
religioni e il mezzo con il quale l’ordine divino crea e attraverso
cui si rivela l’uomo. Con la parola la corrente creatrice diventa
intellegibile, anche se si mantiene la contrapposizione tra ciò
che di Dio è manifesto (zahir) e ciò che rimane occulto (batin).

«Egli è nascosto malgrado sia manifesto, perché troppo forte è la
sua manifestazione; è questa la causa dell’occultamento, la sua
luce è velo della sua luce»
Al Ghazali
Allo stesso modo Ghurfa può essere inteso come la misura che
Dio dà all’uomo della sua parola perché non venga travolto
dalle acque.

Cristina Carnevali
Daoud El Idrissi A.

Ghurfa – una manciata d’inchiostro è aperta dal 2 al 23 aprile
presso gli spazi UCAI al Museo Diocesano di Brescia, dal
giovedì alla domenica dalle 15.00 alle 18.00