Testimoni imprescindibili dell’amore per la libertà, i giovani della Rosa Bianca, (Weisse Rose), sono un esempio credibile di quell’impegno al servizio dei più alti valori umani, oggi più che mai necessario alla nostra civiltà.
Fare memoria di queste persone non vuol dire soltanto onorarne la memoria e riconoscerne il coraggio, la forza, la grandezza d’animo. Ricordiamo che attraverso una campagna di volantinaggio contro Hitler furono messi a morte.
A noi, dopo oltre mezzo secolo, resta l’eredità di valori vissuti al prezzo della vita e l’impegno a mantenere saldo il primato della coscienza di fronte alle subdole dittature della postmodernità, ben evidenziate da tutte le ricerche e gli studi del Professor Tonino Cantelmi sulla Tecnoliquidità e in generale, che appaiono sotto le forme più sgargianti, ma ugualmente false, opprimenti, violente, antidemocratiche e irrispettose dell’uomo e della sua dignità.
La Rosa Bianca non è unicamente un movimento di resistenza, quanto piuttosto un gruppo di persone unite da una profonda amicizia alimentata dall’amore e dall’interesse per l’arte in tutte le sue forme e declinazioni: letture di natura filosofica, letteraria e teologica, musica, pittura, scultura nutrivano i loro animi negli incontri che tenevano e portavano avanti guidati da veri maestri come il filosofo Theodor Haecker, loro professore, e lo storico, nonché raffinato studioso autodidatta, Carl Muth.
Tutte queste realtà servivano alla sopravvivenza della propria individualità e alla ricerca di un percorso esistenziale autonomo e fecondo, in un’epoca dominata dal conformismo obbligato. Nei loro diari e nelle loro numerose lettere hanno lasciato una testimonianza di grande spessore umano, morale e culturale che costituisce un patrimonio spirituale che trascende ogni epoca. Ricordiamo che uno dei loro membri, l’unico cristiano cattolico, Willi Graf, è stato fatto Servo di Dio. Intraprendiamo anche noi, sul loro esempio, un cammino verso la vera libertà, bellezza e dialogo.
Angela Fedele